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Luigi Nono, nato l'8 dicembre 1850 a Fusina, vicino a Venezia, è stato un pittore italiano rinomato per le sue scene di genere che ritraggono la vita tra i poveri. La sua arte si distingue per la capacità di catturare con sensibilità e realismo le sfumature della vita quotidiana, specialmente quelle delle classi meno abbienti. Fin da giovane, Nono dimostrò un notevole talento per il disegno, che spinse suo padre a iscriverlo all'Accademia di Venezia. L'istituto era all'epoca diretto da Pompeo Marino Molmenti, un artista che avrebbe esercitato una notevole influenza sullo sviluppo stilistico di Nono. Tuttavia, all'età di vent'anni, Nono lasciò l'ambiente accademico per trasferirsi a Polcenigo, nella campagna friulana, dove iniziò a perfezionare il suo stile pittorico, concentrandosi in particolare sui paesaggi. Tra le sue opere di questo periodo si ricordano "Sull'Avemaria", "Le sorgenti del Gorgazzo", "Ritorno dai campi" e "Verso sera". Dopo questo periodo di riflessione e crescita artistica, Nono tornò a dipingere soggetti di genere, focalizzandosi sulla vita quotidiana. Queste opere si rivelarono essere le più influenti della sua carriera. A differenza del suo contemporaneo Giacomo Favretto, che dipingeva eventi solari e umoristici della Venezia contemporanea, Nono esplorava scene dolorose e toccanti. Un esempio significativo è il suo dipinto "Abbandonati", esposto alla 5ª Esposizione di Venezia, che mostra una madre e un bambino senzatetto che dormono sotto il portale di una chiesa. Altre opere raffigurano il funerale di un bambino, evidenziando la sua capacità di evocare empatia e compassione attraverso la tela. Nel 1880, a Torino, Nono espose "La caccia ai grilli" e "The Fruitseller"; l'anno successivo, a Milano, presentò "L'Ave Maria" e altre opere come "La povera madre", "Autunno" e "October Morning". Alla Mostra di Venezia del 1881 inviò "Le amanti" e "Refugium peccatorum", quest'ultimo considerato uno dei suoi capolavori. Altre opere significative esposte in quel periodo includono "Sottomarino" e "La Morte del Pulcino". Negli anni successivi, Nono continuò a esporre in varie città italiane, tra cui Venezia e Bologna, dove presentò opere come "I Recini da festa", "Ruth" e "A Venezia". Nel 1885 dipinse "Il Bimbo Malato", un'opera che riflette la sua continua attenzione verso i temi sociali e la condizione umana. Nono era noto anche per la sua abilità nel ritrarre la luce e l'atmosfera, elementi che contribuivano a rendere le sue opere particolarmente evocative e coinvolgenti. La sua tecnica pittorica, unita a una profonda comprensione della condizione umana, gli permise di creare opere che ancora oggi sono apprezzate per la loro capacità di comunicare emozioni profonde e universali. Oltre alla pittura, la famiglia Nono era artisticamente dotata in altri campi: il fratello di Luigi era uno scultore, e suo nipote, anch'egli chiamato Luigi Nono, divenne un compositore di musica d'avanguardia di fama internazionale. La passione per l'arte era dunque un tratto distintivo della famiglia Nono, che ha lasciato un'impronta significativa nel panorama culturale italiano. Luigi Nono morì il 17 ottobre 1918 a Venezia, lasciando un'eredità artistica di grande valore. Le sue opere sono conservate in importanti collezioni e musei, tra cui la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, che ospita "Refugium peccatorum". Nel 2012, la sua arte è stata oggetto di una mostra a Milano, a conferma del persistente interesse per il suo lavoro e del suo posto nella storia dell'arte italiana. La vita e l'opera di Luigi Nono riflettono un periodo di grande fermento culturale e sociale in Italia, e il suo contributo alla pittura di genere è un prezioso testimone delle esperienze e delle emozioni delle persone comuni alla fine del XIX secolo.
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