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Giuseppe Novello, noto anche con il soprannome di Beppe, nacque il 7 luglio 1897 a Codogno, una cittadina situata nel sud della Lombardia, Italia. Figlio di Eugenio, un veneziano trasferitosi a Codogno per lavorare presso la Banca Popolare di Codogno, e di Antonietta Belloni, sorella del pittore Giorgio Belloni, Novello crebbe in un ambiente familiare intriso di cultura e arte. Dopo aver completato i suoi studi a Milano, Novello conseguì una laurea in giurisprudenza presso l'Università di Pavia. Tuttavia, la sua vera passione era la pittura, alla quale fu introdotto dallo zio Giorgio Belloni. Dopo aver servito nell'Alpine Corps durante la Prima Guerra Mondiale, Novello iniziò a studiare pittura, frequentando anche i corsi di Ambrogio Alciati presso l'Accademia di Brera. Nel 1924, Novello si laureò e vinse il Premio Fumagalli alla Biennale di Brera, diventando una figura di spicco tra gli artisti che si riunivano alla trattoria milanese Bagutta. Partecipò a numerose mostre presso la Società della Permanente a Milano e a diverse edizioni della Biennale di Venezia (1934, 1936, 1940) e della Quadriennale di Roma. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Novello combatté nella campagna di Russia e fu deportato in Germania dopo essere stato catturato a Fortezza nel 1943. Al termine del conflitto, riprese a dipingere, esponendo le sue opere in varie mostre personali e partecipando nuovamente alla Biennale di Venezia nel 1948. Oltre alla pittura, Novello si distinse anche come vignettista. Pubblicò diverse raccolte di strisce, progettate per lo più come un unico pannello rettangolare con un titolo in alto e un commento in basso. Tra queste, "La guerra è bella ma scomoda" (1929), "Il signore di buona famiglia" (1934) e "Che cosa dirà la gente" (1937). Lavorò anche come illustratore per il giornale La Stampa fino al 1965. Novello pubblicò diversi volumi di vignette e racconti, tra cui "Dunque dicevamo" (1950), "Sempre più difficile" (1957) e "Resti fra noi" (1967), che riflettevano le sue osservazioni sulla società e sulla cultura italiana del dopoguerra. Dal 1963 al 1981, elaborò una serie di "matricole d'onore" per l'ALAT, destinate alle lauree honoris causa dell'Università di Pavia, ricevute da personalità di spicco come Riccardo Bacchelli, Giulio Natta e Federico Fellini. Negli anni '70, Novello donò alla "Raccolta d'arte Lamberti" le opere sue, di Angelo Pietrasanta, dello zio Giorgio Belloni e del nonno Alessandro Bertamini. Nel 1978 pubblicò "Coda al loggione" e nel 1987 le sue celebri cartoline lametta furono raccolte per le edizioni Archinto. Morì il 2 febbraio 1988 a Codogno, lasciando un'eredità artistica significativa che continua a essere apprezzata e studiata. La vita e l'opera di Giuseppe Novello riflettono la sua capacità di attraversare e influenzare diversi ambiti artistici, dalla pittura alla vignetta, dall'illustrazione alla satira. La sua arte, intrisa di umorismo e critica sociale, offre uno spaccato unico della cultura italiana del XX secolo, rendendo Novello una figura di rilievo nel panorama artistico italiano.
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