La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Matteo Olivero ( Acceglio 1879 - Saluzzo 1932). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Matteo Pietro Olivero, nato il 15 giugno 1879 a Pratorotondo, una piccola frazione del comune di Acceglio nell'alta Val Maira, è stato un pittore e scultore italiano, considerato uno dei maggiori esponenti del divisionismo italiano. La sua vita, segnata da un profondo legame con la madre e da una sensibilità artistica unica, si è conclusa tragicamente il 28 aprile 1932 a Saluzzo. Orfano di padre dall'età di due anni, a seguito della morte di quest'ultimo per colera, Matteo sviluppò un attaccamento profondo e quasi morboso alla madre Lucia Rosano, che durerà per tutta la vita. La madre, riconoscendo il talento del figlio per il disegno, decise di vendere il podere di famiglia per trasferirsi a Torino e iscrivere Matteo all'Accademia Albertina delle Belle Arti nel 1896. Qui, sotto la guida di maestri come Paolo Gaidano, Giacomo Grosso e Leonardo Bistolfi, Olivero affinò la sua tecnica pittorica e si avvicinò anche alla scultura. Durante i suoi anni di formazione, Olivero dimostrò un precoce interesse per l'arte e una tecnica precisa e accurata, tanto da essere premiato con menzioni d'onore e medaglie. Nel 1900, la sua abilità gli valse una borsa di studio per un viaggio a Parigi, dove visitò l'Esposizione Universale e rimase colpito dal fermento culturale della Ville Lumière. Fu in questo periodo che Olivero scoprì il divisionismo e l'arte di Giovanni Segantini, che influenzarono profondamente il suo stile. Tornato a Torino, Olivero si dedicò a temi sociali e in particolare alle esistenze degli emarginati, come dimostra la sua tela d'esordio 'L lunes'. La sua tecnica di riproduzione delle riflessioni della luce senza mescolare fisicamente i pigmenti di colore lo rese un pittore divisionista di spicco, sebbene rimanesse poco conosciuto al di fuori dell'ambiente dei collezionisti d'arte. Nel 1905, in seguito a una polemica con la Promotrice di Torino, si trasferì a Saluzzo con la madre. Negli anni successivi, Olivero partecipò a numerose esposizioni e rassegne in Italia e all'estero, collaborando anche con la rivista parigina "Les Tendances Nouvelles". Nel 1911 aprì uno studio a Torino e nel 1913 vinse la seconda Medaglia d'oro assegnatagli dalla Giuria dell'Internazionale di Monaco. La sua vita fu segnata da un'alternanza di entusiasmo e scoraggiamento, con momenti di profonda depressione, soprattutto dopo la morte della madre nel marzo del 1930. Questo evento lo gettò in una grave crisi emotiva che non riuscì a superare. Due anni dopo, il 28 aprile 1932, Olivero si tolse la vita gettandosi dalla finestra del suo studio a Verzuolo, dove era ospite dell'ingegnere Luigi Burgo, suo mecenate e grande estimatore. Nonostante la sua vita travagliata, l'opera di Matteo Olivero è ricca di capolavori che riflettono la sua maestria tecnica e la sua sensibilità artistica. Tra i suoi lavori più noti vi sono "Solitudine", "Primi raggi" e "Sole invernale, dopo la nevicata". Le sue opere sono esposte alla Pinacoteca Matteo Olivero di Saluzzo e continuano a suscitare ammirazione per la loro capacità di catturare la luce e il colore in modo unico. Olivero rimane una figura emblematica del divisionismo italiano, un artista che ha saputo dare voce a culture e paesaggi attraverso la sua pittura. La sua tecnica ineccepibile e la sua capacità di rappresentare la realtà con una luce e un colore vibranti lo rendono un maestro indimenticabile, la cui vita e opera continuano a essere oggetto di studio e riscoperta.
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