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Giorgio Oprandi fu un pittore italiano nato il 1 luglio 1883 a Lovere, una piccola cittadina in provincia di Bergamo, situata nella regione Lombardia. Figlio di Marino e Teresa Bianchi, Oprandi mostrò fin da giovane un notevole interesse per l'arte, tanto che intraprese i suoi primi studi artistici presso l'Accademia di Belle Arti Tadini di Lovere. Questa fase formativa fu seguita da ulteriori studi all'Accademia Carrara di Bergamo, dove si dedicò principalmente a opere grafiche. Durante la sua vita, Oprandi si distinse non solo come pittore ma anche come viaggiatore instancabile. La sua passione per l'esplorazione lo portò a viaggiare in luoghi esotici e lontani, come l'Algeria, l'Africa, il Medio Oriente e l'Albania. Questi viaggi influenzarono profondamente il suo stile pittorico e i soggetti delle sue opere, che spesso ritraevano paesaggi e scene di vita quotidiana dei luoghi visitati. Prima di questi viaggi, tuttavia, Oprandi servì come soldato nel corpo degli alpini durante la prima guerra mondiale. La sua esperienza bellica fu intensa e lasciò un'impronta indelebile nella sua arte. Produsse una serie di vedute alpine caratterizzate dalle minuscole sagome dei soldati, che riflettevano la cruda realtà della guerra. Opere come "L'Adamello" del 1916 e "La Battaglia Bianca" del 1917 sono esempi significativi di questo periodo, in cui il candore della neve crea un contrasto con la durezza del conflitto. Dopo la guerra, Oprandi continuò a viaggiare e a dipingere, esplorando nuovi ambienti e culture. Le sue opere di questo periodo documentano momenti di vita sociale e paesaggi esotici, come si può vedere in "Eritrea. Bivacco dopo il lavoro nella foresta" e "Mercato di frutta a Tripoli". I suoi viaggi in Africa, in particolare, furono tra le tappe più importanti del suo itinerario artistico. Nel 1923, Oprandi viaggiò nel deserto di Biskra, dove realizzò paesaggi e scene esotiche che in seguito espose. Queste esperienze di viaggio arricchirono la sua tavolozza e influenzarono la sua tecnica pittorica. Con il passare degli anni, il suo stile si evolse: la pennellata divenne più veloce, spezzandosi in tratti brevi e liberi, come si può notare nelle opere eseguite dagli anni '50 in poi. Verso la fine della sua carriera, Oprandi si dedicò alla pittura di paesaggio, ritornando a Lovere, il luogo che lo aveva visto nascere. Qui, illustrò ambienti luminosi e colori caldi, come si può osservare in opere come "Primavera a Bossico" e "Betulle in autunno". Questo ritorno alle origini segnò un cambiamento nei soggetti delle sue opere, che riflettevano un legame profondo con la sua terra natale. Oprandi fu anche un pittore molto apprezzato nel suo tempo, con le sue opere che passarono in asta numerose volte. La sua arte è stata esposta in varie mostre e le sue opere sono ricercate dai collezionisti. Un esempio del riconoscimento del suo talento è la mostra "Giorgio Oprandi. Lo sguardo del viaggiatore", tenutasi all'Accademia di Belle Arti Tadini di Lovere, che ha celebrato il suo contributo all'arte italiana. Giorgio Oprandi morì il 10 gennaio 1962 a Lovere, lasciando un'eredità artistica di grande valore. La sua vita fu un intreccio di arte e avventura, e il suo lavoro continua a essere una testimonianza della sua passione per la pittura e per l'esplorazione del mondo.
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