La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Pietro Pajetta ( Serravalle di Vittorio Veneto 1845 - Padova 1911). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Pietro Pajetta fu un pittore italiano nato il 22 marzo 1845 a Serravalle, all'epoca parte dell'Impero Austriaco, e morto il 10 aprile 1911. La sua vita fu segnata da un profondo interesse per l'arte fin dalla giovane età, tanto che pensò di prendere i voti religiosi per dedicarsi completamente alla pittura. Tuttavia, la sua vita prese una svolta diversa quando, nel 1860, scoppiò la guerra per l'indipendenza italiana e Pajetta, nonostante avesse solo 15 anni, si arruolò volontario nell'esercito. Dopo essere stato congedato dal servizio militare ad Alessandria nel 1868, Pajetta si sposò e, grazie al patrocinio del suo ex comandante, il generale Cialdini, riuscì ad entrare all'Accademia di Bologna. La sua carriera artistica iniziò con difficoltà economiche, ma con il tempo riuscì a guadagnarsi un certo riconoscimento grazie al suo talento. Era noto per i suoi dipinti di genere, che spesso ritraevano soggetti rustici e animali, e per la sua capacità di esprimere sentimenti vivaci e profondi attraverso le sue opere. Pajetta proveniva da una famiglia di artisti; sia suo padre Paolo che suo fratello Mariano erano pittori. Le sue opere sono descritte come piene di esuberanza emotiva e, nonostante la sua posizione economica fosse sempre precaria, riuscì a ottenere diversi riconoscimenti. Fu premiato con medaglie d'oro, d'argento e di bronzo in varie esposizioni regionali, tra cui quelle di Alessandria, Treviso e Rovigo. Tra i suoi dipinti più noti ci sono "Genio e Povertà", "Visita in Città", "Mattina", "Secolo Illuminato", "Un Costume del Settecento", "Troppa Confidenza", "Il Futuro Conduittore di Eserciti", "L'Andata al Mercato", "Mercato di Buoi" e "Il Prediletto". Alcune delle sue opere furono esposte in importanti mostre internazionali, come quelle di Milano, Roma, Venezia, Londra e Parigi. In particolare, il suo dipinto "Ammalato?" vinse una medaglia d'oro a Milano nel 1893, e "La Gioia della Famiglia" vinse il premio Levi a Torino nel 1898. Pajetta fu anche un apprezzato ritrattista, con opere che includono ritratti di Caterina Boccaloni della famiglia Malaspina, del vescovo Callegari, di monsignor Pietro Balan e dell'astronomo Sacchi. Oltre alla pittura su tela, Pajetta si dedicò anche alla decorazione di interni, realizzando affreschi per la cattedrale di Padova, per una villa a Vittorio Veneto e per il soffitto della chiesa di San Giovanni Ilarione sopra Vicenza. Le sue opere sono caratterizzate da un'attenta osservazione della realtà e da una grande capacità di rappresentare il dolore umano. Pajetta fu considerato uno dei migliori animalisti del suo tempo, e le sue rappresentazioni di animali sono ricche di dettagli e di vita. Tra i suoi dipinti più significativi si ricordano "Sosta", "Raggio di Sole", "Autoritratto", "Spirito e Cose", "I Vinti", "Cantando la Ninna Nanna", "L'Odio", "Madonna Addolorata", "Santa Barbara", "Testa di Cristo", "Ecce Ancilla Domini", "Arrivo di Sant'Antonio Morente all'Arcella", "Estasi dei Francescani", "Morte di Sant'Antonio", "Apparizione alla Beata Margherita Alacoque", "Adorazione del Ss. Sacramento" e "Madonna con Santi Antonio e Francesco". Le sue opere sono conservate in collezioni private e pubbliche, tra cui la Galleria d'Arte Moderna di Roma, e continuano a essere apprezzate per la loro qualità artistica e per il contributo che hanno dato alla pittura di genere e alla rappresentazione della vita rurale e degli animali nell'arte italiana del XIX secolo.
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