La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Teofilo Patini ( Castel di Sangro 1840 - Napoli 1906). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Teofilo Patini fu un pittore italiano, nato il 5 maggio 1840 a Castel di Sangro, in Abruzzo, e deceduto il 16 novembre 1906 a Napoli. Proveniente da una famiglia agiata, Patini iniziò i suoi studi classici sotto la guida del latinista Leopoldo Dorrucci a Sulmona, dove la sua famiglia si era trasferita per il lavoro del padre, Giuseppe, che era cancelliere di Giudicato Regio. Dopo aver ottenuto il diploma in "Belle Lettere", Patini si iscrisse all'Università di Napoli per studiare filosofia, ma ben presto abbandonò questo percorso per dedicarsi alla pittura, iscrivendosi all'Accademia di Belle Arti di Napoli. Durante i suoi anni di formazione, Patini fu influenzato da Domenico Morelli e Filippo Palizzi, e sviluppò un interesse per la storia e l'arte che lo portò a esplorare temi storici e sociali nelle sue opere. A soli vent'anni, Patini si arruolò nei Cacciatori del Gran Sasso, un gruppo di volontari guidato da Garibaldi per organizzare un'insurrezione in Abruzzo. Successivamente, si unì alla Guardia Nazionale di Castel di Sangro per combattere il brigantaggio, servendo come volontario per quattro mesi. La carriera artistica di Patini ebbe una svolta quando vinse un concorso all'Accademia con il dipinto "Edoardo III d'Inghilterra e i deputati di Calais", che gli permise di studiare a Firenze per due anni. Successivamente, si trasferì a Roma, dove vinse il primo premio in una mostra del 1872 con l'opera "Nello studio di Salvatore Rosa". A Roma, Patini iniziò una relazione con Teresa Tabasco, una modella dell'Accademia, che in seguito divenne sua moglie. Patini fu afflitto da un'infezione oculare, il tracoma, che limitò la sua attività pittorica per un periodo. Tuttavia, riprese a dipingere e le sue opere divennero sempre più incentrate sulla vita dei contadini poveri, come dimostrato dal dipinto "Il ciabattino". Nel 1882, fu nominato direttore della Scuola di Arti e Mestieri di L'Aquila, e nel 1884, il Ministero dell'Agricoltura lo incaricò di visitare i musei d'arte in Germania. Patini lottò finanziariamente come pittore e sviluppò problemi cardiaci negli ultimi anni della sua vita. Nonostante alcune posizioni anticlericali, dipinse anche soggetti sacri per diverse chiese in Abruzzo. La sua città natale, Castel di Sangro, ha un stadio e una scuola intitolati a lui, e un monumento commemorativo nella piazza a lui dedicata. Considerato uno dei capisaldi del nuovo realismo italiano, Patini fu amico di importanti esponenti dell'ambiente intellettuale abruzzese, tra cui Gabriele d'Annunzio e Francesco Paolo Tosti. Le sue opere sono conservate in vari luoghi in Italia, tra cui Napoli, Castel di Sangro e L'Aquila. Nonostante fosse stato a lungo dimenticato dalla critica, probabilmente a causa delle sue idee socialiste, fu riscoperto e valorizzato nella seconda metà del Novecento. Patini fu anche un fervente garibaldino e si dice che fosse un massone. Le sue opere più importanti riflettono il suo legame con la massoneria e le sue idee socialiste. Tra queste, "L'Erede" è particolarmente significativa, raffigurando un contadino morto con la moglie che piange in un angolo e il loro bambino nudo supino accanto, un'immagine potente della realtà della povertà rurale. La sua produzione artistica fu brillante, soprattutto durante gli anni in cui fu direttore artistico della Scuola di Arti e Mestieri dell'Aquila. Tuttavia, Patini visse anche un tormento ideologico che lo portò al suicidio nel 1906 a Napoli. Le sue opere giovanili mostrano il carattere liberale ma ancora cattolico della sua educazione, mentre le incursioni nella pittura di storia riflettono il suo legame con la Carboneria e la condivisione di ideali liberali e antiborbonici. Patini lasciò un'eredità artistica che va oltre il valore estetico delle sue opere, essendo state anche mezzi di denuncia delle condizioni di vita nel sud dell'Italia post-unitaria. La sua arte, che metteva in luce le difficoltà e le ingiustizie sociali, continua a essere un punto di riferimento per la comprensione della storia e della cultura italiana dell'epoca.
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