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Giuseppe Pellizza da Volpedo, nato il 28 luglio 1868 a Volpedo, in provincia di Alessandria, è stato un pittore italiano noto per la sua adesione al Divisionismo, una tecnica pittorica che prevede la divisione del colore in punti o linee separate, anticipatrice del puntinismo. La sua opera più celebre, "Il Quarto Stato", è diventata un'icona del movimento operaio e socialista, simbolo di lotta e speranza. Pellizza nacque in una famiglia di piccoli proprietari terrieri, dediti soprattutto alla viticoltura, che gli garantirono un certo benessere economico. Questo contesto familiare gli permise di accedere a un'educazione artistica, iniziando i suoi studi presso l'istituto tecnico di Castelnuovo Scrivia, dove apprese i primi elementi del disegno. Successivamente, fu iscritto all'Accademia di Brera a Milano, dove iniziò a studiare pittura come allievo di Giuseppe Puricelli e Pio Sanquirico. La sua formazione proseguì presso l'Accademia di San Luca, l'Accademia di Francia, l'Accademia di Belle Arti, l'Accademia Carrara e l'Accademia Ligustica di Belle Arti. Durante i suoi anni di formazione, Pellizza sviluppò un forte interesse per le questioni sociali, che in seguito avrebbero influenzato profondamente la sua opera. Dopo aver completato gli studi, Pellizza tornò a Volpedo, dove allestì uno studio nella casa paterna. Qui iniziò a lavorare a "Il Quarto Stato", dedicandovi dieci anni di studio e lavoro. Questo dipinto, che rappresenta una processione di lavoratori in sciopero, non ottenne il riconoscimento sperato al momento della sua presentazione, ma in seguito divenne un simbolo della lotta per i diritti dei lavoratori. Pellizza utilizzò la tecnica divisionista per esplorare e rappresentare la luce e il colore in modo innovativo. Fu influenzato da altri pittori divisionisti come Giovanni Segantini e Plinio Nomellini, con i quali mantenne un fitto scambio epistolare. La sua opera si caratterizza per l'attenzione alle tematiche sociali, la rappresentazione della vita quotidiana e la sensibilità nei confronti delle condizioni dei lavoratori e dei contadini. Oltre a "Il Quarto Stato", Pellizza realizzò numerosi altri dipinti di rilievo, tra cui "Fiumana", "Il sole nascente" e "Girotondo". Queste opere dimostrano la sua capacità di catturare momenti di vita quotidiana e di esprimere sentimenti profondi attraverso la pittura. La sua tecnica divisionista gli permetteva di creare effetti di luce e colore particolarmente vividi e suggestivi. La vita di Pellizza fu segnata da tragedie personali, tra cui la morte prematura di sua moglie e di suo figlio, che lo portarono a cadere in una profonda depressione. Questi eventi tragici influenzarono profondamente la sua opera, portandolo a riflettere su temi come la morte e la solitudine. Nonostante queste difficoltà, continuò a lavorare fino alla sua morte, avvenuta per suicidio il 14 giugno 1907, all'età di 38 anni. L'eredità di Giuseppe Pellizza da Volpedo è quella di un artista profondamente impegnato, capace di unire la sua maestria tecnica a un forte senso di giustizia sociale. Le sue opere continuano a essere apprezzate per la loro bellezza e per il loro significato, testimoniando la sua capacità di trasformare la pittura in uno strumento di denuncia e di speranza.
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