La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Domenico Pesenti ( Medole 1843 - Mantova 1918 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Domenico Pesenti fu un pittore e antiquario italiano, nato a Medole, in provincia di Mantova, il 21 gennaio 1843, e deceduto a Mantova l'11 febbraio 1918. La sua vita e la sua arte si intrecciano con la storia culturale e artistica dell'Italia post-unitaria, offrendo uno spaccato significativo del panorama pittorico dell'epoca. La precoce inclinazione artistica di Pesenti fu notata dalla sua famiglia, che decise di avviarlo agli studi artistici. Inizialmente, frequentò la Scuola Moretto a Brescia, dove di giorno lavorava come intagliatore e la sera seguiva i corsi di pittura, distinguendosi per il suo talento. Nel 1862, il suo percorso formativo proseguì all'Accademia di Brera a Milano, dove ebbe come maestri figure di spicco quali Camillo Boito, Giovanni Bertacchi e Carlo Ferrario. Durante il suo periodo accademico, nel 1861, vinse un premio che lo fece conoscere agli intenditori d'arte, tra cui G. Mylius, che divenne uno dei suoi mecenati. Pesenti si specializzò nella pittura di vedute, ovvero rappresentazioni pittoriche di paesaggi urbani o naturali, che divennero il fulcro della sua produzione artistica. Nel 1864, espose alla Mostra milanese l'acquerello "Veduta della Chiesa di San Celso e del prossimo santuario di Santa Maria", che gli valse ulteriori riconoscimenti. L'assistenza di Ferrario e il sostegno di Eleuterio Pagliano gli permisero di trasferirsi a Milano nel 1870, dove si affermò come artista di rilievo. Tra le sue opere più note, si ricorda "Camera da letto nel Palazzo reale di Milano" (1869), conservata presso la Pinacoteca di Brera. Pesenti viaggiò in Italia e all'estero, lavorando e studiando con dedizione. Fu amico di artisti come Giovanni Fattori e Telemaco Signorini e partecipò a numerose esposizioni nazionali e internazionali. Nel 1877, Pesenti si trasferì a Firenze, dove rimase per vent'anni. Qui aprì uno studio sul Lungarno e vendette molte delle sue opere attraverso la galleria Pisani. Durante questo periodo, espose opere come "Ingresso delle cappelle medicee" e "Coro della chiesa di Santa Maria Novella in Firenze". La sua produzione artistica si arricchì di ritratti, dipinti di genere con scorci rustici e paesaggi, che riflettevano ricerche tematiche e formali rinnovate. Nel 1897, Pesenti si trasferì a Mantova, dove continuò a dipingere ritratti e paesaggi, testimoniando il suo legame con la realtà contadina di Medole e la città di Mantova. Le sue opere di questo periodo mostrano una maturità artistica e una sensibilità nei confronti della luce e del colore, influenzate dalle correnti artistiche contemporanee. Pesenti fu anche un appassionato antiquario, e la sua conoscenza in questo campo influenzò la sua pittura, arricchendola di dettagli storici e culturali. La sua vita artistica fu documentata anche attraverso un nutrito fondo archivistico e fotografico. Nel centenario della sua morte, nel 2018, la città di Mantova gli dedicò due esposizioni, una al Museo diocesano Francesco Gonzaga e l'altra a Palazzo Te, riconoscendolo come "il padre della pittura mantovana del Novecento". Queste mostre furono l'occasione per ammirare alcuni dei suoi capolavori, normalmente non accessibili al pubblico, e per celebrare il suo contributo alla cultura figurativa italiana. Domenico Pesenti morì a Mantova nel 1918, lasciando un'eredità artistica di grande valore. Le sue opere sono presenti in numerosi e prestigiosi musei e continuano a essere studiate e apprezzate per la loro eleganza e per la maestria tecnica.
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