La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Filiberto Petiti ( Torino 1845 - Roma 1924). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Filiberto Petiti, nato a Torino il 14 novembre 1845 e deceduto a Roma il 26 luglio 1924, è stato un pittore e incisore italiano che ha lasciato un'impronta significativa nel panorama artistico del suo tempo. Ultimo di dodici fratelli, Filiberto crebbe in una famiglia dove il padre, Giuseppe, era corriere di Gabinetto sotto Carlo Alberto, e la madre, Giuseppina Chiorando, era la seconda moglie di Giuseppe. La carriera di Petiti iniziò in maniera non convenzionale. Sebbene fosse destinato a seguire le orme familiari nella carriera amministrativa, la sua passione per la pittura lo portò a dedicarsi all'arte nei giorni festivi. La sua formazione artistica iniziò sotto la guida di Felice Cerruti Beauduc, che gli insegnò le prime nozioni di disegno e acquerello. Petiti lavorò in diversi impieghi burocratici, tra cui scrivano al ministero della Guerra, presso gli uffici di segreteria della Cassa di risparmio di Torino e infine presso la Società anonima per la vendita dei beni demaniali, ma la frustrazione di non poter esercitare liberamente la pittura crebbe con il tempo. Il genere del paesaggio, particolarmente apprezzato in Piemonte, affascinò Petiti fin dalla giovinezza. A Torino, fu influenzato dalla pittura di Angelo Beccaria e Carlo Piacenza, che si erano formati sotto l'influenza del lirismo paesaggistico di Alexandre Calame. Con il trasferimento della capitale a Firenze nel 1867, Petiti fu costretto a lasciare Torino per motivi di lavoro. A Firenze, entrò in contatto con il gruppo dei macchiaioli e conobbe artisti come Niccolò Barabino, Stefano Ussi e Telemaco Signorini, che influenzarono il suo stile pittorico. Nel 1875, Petiti si trasferì a Roma, dove continuò a sviluppare la sua arte, imbevendosi della "poesia del vero" e screziando la sua produzione con un'afflato di malinconica poesia. La sua pittura si aggiornò sull'esempio del paesaggismo romano, passando dall'effetto atmosferico di Achille Vertunni al lirismo introspettivo della scuola di Nino Costa. Petiti prediligeva le ampie distese di campagna, gli angoli solitari, i cieli nubilati, le paludi e i boschi autunnali, rivelando talvolta retaggi francesi derivanti dalla sua formazione piemontese. Durante la sua carriera, Petiti espose in numerose mostre, tra cui la Promotrice di Torino e l'Esposizione nazionale belle arti di Milano. Le sue opere, come "Il Giornata di vento", "La quiete" e "Visita alla tenuta – campagna romana", furono apprezzate sia dal pubblico che dalla critica. Il suo legame con Roma si rafforzò quando entrò a far parte dei "XXV della Campagna romana", un gruppo di artisti che si dedicavano alla rappresentazione della campagna romana. Nonostante il suo successo a Roma, Petiti non dimenticò mai le sue radici torinesi, trascorrendo le vacanze estive in Piemonte e in Liguria. Le sue opere di questo periodo mostrano una tendenza al paesaggio composito di discendenza romantica, nonostante la critica gli rimproverasse talvolta una certa aderenza a questo stile. Petiti fu anche un membro attivo dell'Associazione acquarellisti romani, diventandone presidente per due trienni. Il suo stile si evolse nel tempo, diventando sempre più capace di catturare le sfumature delicate della natura e inclinato verso una limpida luminosità. Filiberto Petiti morì a Roma il 26 luglio 1924, lasciando un'eredità di opere che continuano a essere apprezzate per la loro capacità di catturare la bellezza e la poesia del paesaggio italiano. Le sue opere sono state vendute principalmente in Italia e continuano a essere oggetto di interesse per collezionisti e appassionati d'arte.
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