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Vittorio Petrella da Bologna fu un pittore italiano nato a Bologna il 4 novembre 1886 e deceduto a Venezia il 1 dicembre 1951. La sua vita e la sua arte si intrecciano con la storia culturale e artistica del primo Novecento, periodo in cui l'Italia e l'Europa attraversavano profonde trasformazioni sociali e artistiche. Petrella si distinse come un artista principalmente autodidatta, che iniziò la sua carriera artistica nel 1914, quando espose per la prima volta alla Mostra degli Amici dell'Arte di Torino. In questa occasione, un suo quadro fu acquistato dal Re Vittorio Emanuele III, un riconoscimento che segnò l'inizio del suo successo. Altre due opere, entrambe raffiguranti fiori, furono acquistate dal Museo Civico di Torino, consolidando la sua reputazione come artista di talento. Il suo stile pittorico è stato associato al futurismo, ma Petrella non si limitò a un unico movimento artistico. La sua ricerca stilistica lo portò a sperimentare e lavorare anche con altri stili, come l'impressionismo e il cubismo. Emilio Zanzi, scrivendo su Petrella, notò che l'artista era "ancora indeciso tra futurismo, impressionismo e cubismo", evidenziando la sua continua evoluzione stilistica. Nel 1945, Lucio Ridenti paragonò Petrella a Henri Matisse, uno dei massimi esponenti del fauvismo, sottolineando la qualità e l'originalità del suo lavoro. Petrella è particolarmente noto per i suoi paesaggi, spesso notturni, che rivelano una predilezione per gli effetti luminosi e chiaroscurali. Questi paesaggi, insieme ai suoi dipinti di fiori, persone e motivi fantastici, dimostrano la sua abilità nel catturare l'essenza del soggetto con sensibilità e maestria. Tra le sue opere più note ci sono "Alberi, cava dei tirreni" (1924), "Venezia" (1925), "Maschere a Venezia" (1925), "Danzatrice persiana" (1926), e "Notturno a Venezia" (1929). Durante la sua carriera, Petrella espose in numerose città italiane come Torino, Milano e Venezia, e anche all'estero, a Londra, New York e Chicago. La sua arte fu apprezzata e premiata con riconoscimenti significativi, come la medaglia d'oro alla Mostra del Paesaggio di Bologna e il successo ottenuto a Firenze, presso Palazzo Pitti. Partecipò inoltre alle Biennali di Venezia dal 1926 al 1948, un evento di prestigio che gli permise di esporre le sue opere a un pubblico internazionale. Oltre alla pittura, Petrella fu attivo anche nel disegno e nella litografia, dimostrando una versatilità che gli permise di esplorare diverse tecniche artistiche. Le sue mostre personali furono accolte con entusiasmo dal pubblico e dalla critica, e nel 1950 e nel 1974, la Galleria d'Arte Fogliato di Torino gli dedicò due mostre retrospettive, confermando il suo posto nell'arte italiana del XX secolo. Le opere di Petrella sono conservate in musei e collezioni private, sia in Italia che all'estero, e continuano a essere apprezzate per la loro capacità di evocare emozioni e atmosfere uniche. La sua pittura gestuale e materica, pronta a cogliere ogni effetto luminescente e chiaroscurale del paesaggio, rimane un esempio significativo dell'arte italiana del periodo tra le due guerre mondiali. La biografia di Vittorio Petrella da Bologna ci racconta di un artista che, attraverso la sua arte, ha saputo interpretare e rappresentare la complessità e la bellezza del mondo che lo circondava, lasciando un'impronta indelebile nella storia dell'arte italiana.
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