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Prospero Piatti fu un pittore italiano noto per le sue rappresentazioni di soggetti neo-pompeiani e sacri. Nato a Ferrara il 1º giugno 1840, Prospero Piatti crebbe in una famiglia benestante che si trasferì a Roma nel 1847. La sua educazione artistica iniziò sotto la guida di Alessandro Mantovani, un pittore ferrarese impegnato nella decorazione delle Logge Vaticane. Questa esperienza iniziale lo mise in contatto con l'ambiente artistico romano e gli permise di apprendere le tecniche della pittura a fresco. Piatti continuò i suoi studi presso l'Accademia di San Luca, dove fu allievo di Tommaso Minardi e, per un breve periodo, di Friedrich Overbeck. Questi anni di formazione lo espose agli stili del Purismo, che stavano gradualmente perdendo popolarità a Roma. Tuttavia, Piatti riuscì a sviluppare un proprio stile distintivo, che combinava elementi classici con una sensibilità moderna. Nel 1865, Piatti ricevette una delle sue prime commissioni importanti: la decorazione della cappella del coro nella basilica di San Paolo fuori le Mura, dove dipinse episodi della vita di Papa Gregorio VII. Questo progetto segnò l'inizio della sua carriera come pittore di soggetti sacri e gli conferì una certa notorietà. Successivamente, lavorò per la Villa Torlonia a Roma, dove realizzò opere per le stanze della residenza. Uno dei suoi contributi più significativi alla pittura sacra fu l'altare maggiore raffigurante il Battesimo di Cristo (1879) per il Duomo di Ferrara. Inoltre, Piatti fu incaricato di affrescare il Santuario della Madonna del Buon Consiglio a Genazzano e, nel 1894, dipinse un trittico dell'Adorazione per l'abside della chiesa dell'Addolorata a Mosciano Sant'Angelo. Verso la fine della sua carriera, Piatti si dedicò anche alla pittura di soggetti storici e mitologici. Nel 1900, completò due grandi tele: "I funerali di Cesare" e "Catone si allontana dal teatro durante i Floralia", opere che dimostrano la sua abilità nel trattare temi complessi con una ricca narrazione visiva. Queste tele furono esposte nella Sala de Prensa Fray Camilo Henríquez della Biblioteca Nazionale del Cile. Nonostante il successo, la vita di Piatti fu segnata da difficoltà finanziarie. Morì in povertà il 15 luglio 1902, nella sua soffitta di via Panico a Roma, dove aveva vissuto in solitudine negli ultimi anni della sua vita. La sua eredità artistica, tuttavia, continua a essere apprezzata per la qualità delle sue opere e il contributo alla pittura italiana del XIX secolo. Piatti fu un artista prolifico, la cui opera spazia dai dipinti ad olio agli affreschi, dimostrando una notevole versatilità e maestria tecnica. Le sue opere sono caratterizzate da un uso attento del colore e da una profonda comprensione della composizione, elementi che gli hanno permesso di creare scene vivide e emotivamente coinvolgenti. Nonostante la sua morte, il lavoro di Piatti continua a essere esposto in musei e collezioni private in tutto il mondo, testimoniando la sua duratura influenza nell'arte. Le sue opere sono passate in asta numerose volte, riflettendo l'interesse continuo per il suo lavoro e il suo posto nell'arte italiana. La sua vita e la sua opera rimangono un esempio significativo del talento e della dedizione di un artista che, nonostante le sfide personali, ha lasciato un'impronta indelebile nel mondo dell'arte.
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