La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Enrico Pollastrini ( Livorno 1817 - Firenze 1876). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Enrico Pollastrini nacque il 15 giugno 1817 a Livorno, in una famiglia umile. Suo padre era Giovanni Pollastrini e sua madre Angiola Fantappiè. La sua formazione artistica iniziò precocemente nella bottega del pittore Vincenzo De Bonis. La sua passione e il suo talento per l'arte lo portarono, già all'età di dodici anni, nel 1829, a iscriversi all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Qui, Pollastrini ebbe l'opportunità di studiare sotto la guida di maestri del calibro di Pietro Benvenuti, Giuseppe Bezzuoli, Giovanni Fattori e Silvestro Lega, figure di spicco nel panorama artistico dell'epoca. Durante gli anni dell'accademia, Pollastrini iniziò a farsi conoscere per le sue capacità, tanto che tra il 1835 e il 1841 realizzò trentadue scene tratte da "I Promessi Sposi", un progetto commissionato dall'imprenditore francese François de Larderel per decorare la sua residenza a Livorno. Questo lavoro fu solo l'inizio di una serie di successi che lo portarono a tenere la sua prima mostra presso l'Accademia nel 1837. Negli anni successivi, Pollastrini continuò a esplorare temi storici e patriottici, come dimostrano le sue opere "Cristoforo Colombo al convento della Rabida" e "La morte di Francesco Ferruccio", presentate rispettivamente nel 1841 e nel 1843. Nel 1845, il Granduca di Toscana, Leopoldo II, gli commissionò un'opera che ritraeva il salvataggio di una famiglia durante un'alluvione lungo il fiume Serchio, consolidando ulteriormente la sua reputazione come pittore di scene storiche e di genere. Nonostante un tentativo fallito di ottenere la direzione dell'Accademia di Belle Arti di Siena nel 1851, Pollastrini non si lasciò scoraggiare e continuò a dedicarsi alla pittura e all'insegnamento. Nel 1853, fu nominato professore presso la sua alma mater, l'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove ebbe l'opportunità di influenzare le generazioni future di artisti. La sua opera più celebre, "Gli esuli di Siena", rappresenta il culmine del suo successo artistico. Lavorò a questo dipinto dal 1842 al 1856, raffigurando la fuga degli abitanti di Siena dopo l'occupazione della città da parte dell'imperatore Carlo V nel 1555. Quest'opera, purtroppo perduta durante la Seconda Guerra Mondiale, testimonia la maestria di Pollastrini nel catturare momenti storici significativi con grande emotività e dettaglio. Pollastrini fu anche un membro attivo della comunità artistica, partecipando a saloni culturali e venendo eletto membro dell'Accademia Ligustica di Belle Arti nel 1859. La sua carriera raggiunse un altro importante traguardo nel 1867, quando fu nominato direttore dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, posizione che mantenne fino al 1875. Durante il suo mandato, ebbe l'opportunità di guidare e ispirare artisti del calibro di Egisto Ferroni, Francesco Gioli, Tito Lessi, Luigi Bechi, Odoardo Borrani, Cesare Bartolena, Niccolò Cannicci, Vittorio Matteo Corcos e Stefano Ussi. Enrico Pollastrini morì il 19 gennaio 1876 a Firenze, dopo una lunga malattia. La sua eredità artistica continua a essere celebrata per il contributo significativo alla pittura storica italiana e per il suo ruolo nell'educazione delle future generazioni di artisti. La sua vita e le sue opere rimangono un esempio di dedizione all'arte e di profondo amore per la storia e la cultura italiana.
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