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Giulio Queirolo fu un pittore italiano nato a Genova nel 1822 e deceduto nella stessa città nel 1910. La sua vita e la sua arte si inseriscono nel contesto culturale e artistico dell'Ottocento italiano, un periodo di grandi cambiamenti e fermenti culturali. Queirolo ricevette la sua formazione artistica presso l'Accademia Ligustica di Genova, dove fu allievo di Giuseppe Isola. La sua carriera artistica prese avvio nel 1852, anno in cui iniziò a esporre le sue opere alla Società Promotrice di Belle Arti genovese, un'istituzione che giocò un ruolo fondamentale nella circolazione delle idee e nell'evoluzione dell'arte dell'epoca. Queirolo partecipò con regolarità alle esposizioni della Società fino al 1899, presentando una varietà di lavori che spaziavano dai ritratti ai soggetti storici, dalle scene di genere pittoresche agli interni borghesi. Tra le sue opere più note, si ricordano "Una donna al bagno" (1852), "I Profughi di Parga" (1858), "Gli innamorati sorpresi" (1860), conservato presso la Pinacoteca Civica di Imperia, e "Torquato Tasso nell’ospedale di Sant’Anna" (1864), che riceve alcuni disegni della sua "Gerusalemme" illustrati dal pittore genovese Bernardo Castello. Altre opere di rilievo includono "Isabella Orsini e il suo paggio" (1866) e "La Morte di Pier Luigi Farnese" (1860). Nel 1870, Queirolo fu eletto accademico della Ligustica, riconoscimento che testimonia il suo ruolo di spicco nel panorama artistico genovese. Nonostante fosse legato alla tradizione romantica, Queirolo mantenne una posizione cauta rispetto alle istanze realiste, inserendo i suoi quadri di ricostruzione storica e di costume nel gusto tradizionalista dell'arte ufficiale degli anni '80 dell'Ottocento. Nelle sue opere più tarde, Queirolo si indirizzò verso un verismo che non mancava di affettazione, come dimostra il dipinto "La Venere al ninfeo", conservato presso l'Accademia Ligustica. Un altro esempio significativo del suo stile più maturo è "L’estate nello studio" (1890), che riflette un moderno verismo di genere. La sua pittura, pur essendo influenzata dal contesto artistico dell'epoca, mantenne sempre una certa distanza dalle correnti più innovative, come l'impressionismo, che in quegli anni iniziava a prendere piede in Italia. Queirolo preferì rimanere fedele a un linguaggio più tradizionale, pur mostrando una certa apertura verso le novità stilistiche e tecniche. Nonostante la sua produzione sia stata prolifica e apprezzata, oggi Giulio Queirolo non è tra i pittori più conosciuti del suo tempo. Tuttavia, le sue opere sono conservate in diverse collezioni pubbliche e private e continuano a essere oggetto di studio per gli appassionati dell'arte dell'Ottocento italiano. Queirolo, inoltre, è stato oggetto di interesse per il mercato dell'arte, come dimostrano le aste in cui sono state vendute alcune delle sue opere. La sua arte è stata valutata e apprezzata anche in tempi recenti, con opere che hanno trovato posto in importanti collezioni e che sono state esposte in mostre dedicate alla pittura dell'Ottocento ligure. In conclusione, Giulio Queirolo fu un artista che seppe interpretare e rappresentare il suo tempo attraverso una pittura che, pur rimanendo ancorata alla tradizione, non mancò di riflettere le trasformazioni e le evoluzioni del gusto e della società dell'Ottocento. La sua eredità artistica rimane un prezioso testimone di un'epoca di grande vitalità culturale e di transizione verso la modernità.
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