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Camillo Rapetti, nato a Milano il 16 aprile 1859 e deceduto nella stessa città il 18 febbraio 1929, è stato un pittore italiano la cui arte ha lasciato un'impronta significativa nel panorama artistico del suo tempo. La sua formazione si svolse all'Accademia di Brera, dove fu allievo di maestri del calibro di Raffaele Casnedi e Giuseppe Bertini. Già in giovane età, Rapetti mostrò una spiccata inclinazione per l'arte, in particolare per la pittura ad acquarello e a olio, tecniche nelle quali si distinse per la sua abilità e sensibilità. Il suo debutto avvenne nel 1877, quando partecipò al concorso Fumagalli, che vinse con un ritratto commissionato da Vittore Grubicy, un evento che segnò l'inizio della sua carriera artistica. Questo successo gli permise di viaggiare e studiare a Roma, dove approfondì la sua tecnica pittorica. I suoi viaggi non si limitarono alla capitale italiana, ma lo portarono anche a Parigi e Londra, dove entrò in contatto con la realtà artistica europea, arricchendo ulteriormente la sua formazione. Rapetti fu un artista versatile, che si dedicò non solo alla pittura da cavalletto ma anche alla decorazione. Ricevette importanti commissioni per opere decorative in edifici civili e religiosi a Milano, come il Teatro Eden e la chiesa dell'Ospedale Maggiore, dove realizzò affreschi di grande impatto visivo. Inoltre, eseguì ritratti di benefattori per istituzioni come la Congregazione di Carità e l'Istituto dei Ciechi, dimostrando la sua eccellenza anche nel genere ritrattistico. La sua partecipazione a esposizioni nazionali e internazionali fu significativa. Espose alla Quadriennale di Torino nel 1902 e alla Mostra Nazionale di Belle Arti di Milano nel 1906, dove presentò opere che riscossero grande successo. Nel 1926, partecipò alla prima mostra di artisti milanesi organizzata dalla Famiglia Meneghina, confermando il suo ruolo di spicco nell'ambiente artistico milanese. Tra le sue opere più note si annoverano "Primavera", "Il medico condotto", "Il preferito", "Corri, corri", "Il Corso Venezia a Milano", "Ritratto della signorina Liuzzi", "La partita alla mora", "Papà, non vieni?", "A tiro", "I primi passi" e "Gambrino". Questi lavori evidenziano la sua abilità nel catturare momenti di vita quotidiana e ritratti intimi, con una particolare attenzione alla luce e al colore. Rapetti fu anche un apprezzato insegnante, trasmettendo la sua passione e il suo sapere agli studenti dell'Accademia di Brera per circa quarant'anni. La sua influenza si estese oltre la pittura, poiché fu socio onorario della Société Belge des Aquarellistes, riconoscimento della sua maestria nell'acquarello. La sua produzione artistica non si limitò alla pittura, ma comprendeva anche l'incisione, dove si distinse per la freschezza e spontaneità delle sue opere. Tra le sue incisioni più apprezzate si ricordano "Violinista", "Paesaggio", "Fanciulla all'organo" e "Costume di Sarzana". Camillo Rapetti morì a Milano all'età di 70 anni, lasciando un'eredità artistica di grande valore. Le sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private, tra cui la Galleria d'Arte Moderna di Milano e le Raccolte d'Arte dell'Ospedale Maggiore di Milano, testimoniando la sua abilità nel catturare l'essenza della realtà attraverso la pittura.
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