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François-Auguste Ravier fu un pittore paesaggista francese, nato il 4 maggio 1814 a Lione e deceduto il 26 giugno 1895 a Morestel. La sua vita e la sua arte si intrecciano con la storia della pittura del XIX secolo, in particolare con l'evoluzione del paesaggismo e le premesse dell'impressionismo. Ravier nacque in una famiglia che lo indirizzò verso una carriera legale, ma il suo interesse per l'arte lo portò a Parigi, dove, pur studiando legge dal 1833 al 1839, si iscrisse all'École des Beaux-Arts. Qui studiò con Théodore Caruelle d'Aligny e, secondo alcune fonti, frequentò anche l'atelier di Jules Coignet. Tuttavia, la sua formazione artistica fu in gran parte autodidatta, e la sua vera passione per la pittura si manifestò durante un soggiorno a Royat nel 1835, dove incontrò Jean-Baptiste Camille Corot, che ebbe una grande influenza sul suo stile iniziale. Tra il 1840 e il 1845, su suggerimento di Corot, Ravier soggiornò in Italia, dove si immerse nella comunità artistica francese e si dedicò alla pittura en plein air, esplorando la campagna e non esponendo mai le sue opere durante questo periodo. Al suo ritorno in Francia, si stabilì a Crémieu fino al 1868, per poi trasferirsi a Morestel, attratto dall'illuminazione e dai paesaggi imponenti e isolati della zona. Qui, molti giovani pittori si avvicinarono a lui, interessati alle sue tecniche sperimentali, e in seguito furono raggruppati sotto il nome di "École de Morestel". Ravier fu un artista che lavorava principalmente all'aperto, affascinato dalla luce particolare dell'alba e del tramonto. Ammirava sia i pittori "antichi" come Poussin e Lorrain, sia i "moderni" come Turner, Delacroix e Corot. Nonostante la sua avversione per la fama e le esposizioni, Ravier tenne alcune mostre del suo lavoro, principalmente a Lione, e solo in tarda età alcune delle sue acquerelli furono esposte al Salon di Parigi. Nel corso della sua vita, Ravier soffrì di una progressiva cecità, che si dice fosse dovuta al fatto che "aveva guardato troppo il sole". Questo non gli impedì di continuare a sperimentare con la pittura fino a quando non fu costretto a smettere. La sua tecnica innovativa nella miscelazione dei colori lo ha portato ad essere considerato da alcuni come un precursore dell'impressionismo. Ravier fu anche uno dei primi pittori ad interessarsi alla fotografia, sperimentando questa nuova tecnica intorno al 1849-50, probabilmente spinto dal desiderio di esplorare il più possibile il fenomeno della luce. La sua corrispondenza rivela i suoi metodi di lavoro, la sua interpretazione della natura, la sua filosofia di vita e la sua arte estremamente audace che influenzò o turbò molti dei suoi amici artisti, che lo chiamavano "Maestro". Nonostante la sua importanza, Ravier non ha mai ottenuto il riconoscimento che meritava nel mondo della storia dell'arte, anche se è stato descritto come una "pepita d'oro" nella sua classe. Le sue opere non sono facilmente accessibili e devono essere meritate, come suggerisce la sua biografia ufficiale. La sua casa a Morestel è oggi il Museo Ravier, che conserva molte delle sue opere. Altri suoi lavori si trovano nei musei di Lione e Grenoble e, a Parigi, nel Musée d'Orsay. La sua eredità continua a influenzare gli amanti dell'arte e i pittori paesaggisti, e la sua ricerca della luce e dell'atmosfera rimane un punto di riferimento per gli studi sulla pittura del XIX secolo.
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