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Johann Christian Reinhart, nato il 24 gennaio 1761 a Hof, in Baviera, e deceduto il 9 giugno 1847 a Roma, è stato un pittore e incisore tedesco di rilievo, considerato uno dei fondatori, insieme a Joseph Anton Koch, della pittura paesaggistica classica romantica tedesca. La sua vita e la sua opera si dividono tra i primi anni trascorsi in Germania e una carriera maturata in Italia, dove ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama artistico del suo tempo. Reinhart nacque in una famiglia dove l'arte non era estranea; suo padre era un decano che morì quando Johann Christian era ancora giovane, lasciando lui e suo fratello Amandus a essere cresciuti dalla madre. Durante i suoi anni di formazione, frequentò il ginnasio di Hof, dove un insegnante riconobbe e incoraggiò il suo talento per il disegno. Inizialmente, seguendo le orme paterne, Reinhart iniziò a studiare teologia, ma ben presto la sua passione per l'arte prese il sopravvento. Si trasferì a Lipsia per studiare sotto la guida di Adam Friedrich Oeser, direttore dell'Accademia d'Arte, e successivamente si spostò a Dresda per approfondire i suoi studi sotto Johann Christian Klengel, che lo introdusse soprattutto alla pittura dei maestri olandesi. Nel 1789, all'età di 28 anni, grazie al sostegno del principe ereditario di Coburgo-Gotha e a una borsa di studio concessa dal Margravio di Ansbach-Bayreuth, Reinhart lasciò Dresda per Roma, città che divenne la sua nuova casa e il fulcro della sua carriera artistica. A Roma, Reinhart si immerse nella comunità artistica tedesca e venne influenzato dai pittori classicisti tedeschi come Asmus Jacob Carstens e Joseph Anton Koch, diventando un esponente di spicco del paesaggio storico. La sua dedizione alla pittura di paesaggi e all'incisione all'acquatinta gli fruttò riconoscimenti artistici e successo finanziario, permettendogli di sostenere la sua famiglia. Nel 1801, sposò Anna Caffo, italiana, con la quale ebbe tre figli. La sua opera più nota è rappresentata dagli "Otto Paesaggi Storici" (1825), conservati nel Palazzo Massimi a Roma, e dai "Quattro Vedute dalla Villa Malta", dipinti in tempera per il re Ludovico I di Baviera. Questi ultimi, in particolare, sono considerati capolavori per la loro precisione e la maestria nel catturare le diverse vedute di Roma. Reinhart non si limitò alla pittura di paesaggi; fu anche un abile incisore, producendo numerose stampe che contribuirono alla sua fama. Tra le sue incisioni più significative vi sono le 72 vedute italiane pubblicate insieme a Dies e Mechan sotto il titolo "Malerisch radirte Prospecte aus Italien" (1792–98), oltre a 38 studi di animali e numerosi altri paesaggi italiani, per un totale di 170 lastre. La sua originalità non risiedeva tanto in invenzioni radicali quanto nella capacità di combinare stili, temi e modelli noti con un tema nobile, rivitalizzando così il paesaggio eroico. Sviluppò un approccio nuovo e più sensibile al paesaggio, che, pur contenendo elementi del primo romanticismo, rimaneva immerso nel classico, meticoloso e dettagliato. Nel corso della sua vita, Reinhart divenne una figura centrale nella comunità degli artisti tedeschi a Roma, guadagnandosi il riconoscimento delle accademie di Berlino, Roma e Monaco, e venendo nominato pittore di corte per il re Ludovico I di Baviera nel 1839. La sua eredità artistica continua a essere celebrata per il contributo significativo alla storia dell'arte tedesca e per il suo ruolo pionieristico nella pittura paesaggistica classica romantica.
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