La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Giovanni Renica ( Montirone 1808 - Brescia 1884). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Giovanni Renica fu un esponente significativo della pittura romantica italiana del XIX secolo. Nato il 31 marzo 1808 a Montirone, una piccola località nella provincia di Brescia, Renica crebbe in un ambiente rurale, figlio di Giacomo, un agricoltore affittuale, e di Rosa Negroni. La sua famiglia era originaria di Bagnolo, dove si trasferì in seguito. La sua formazione artistica iniziò sotto la guida dell'architetto Rodolfo Vantini, che intuì il suo talento e lo introdusse allo studio di Giovanni Migliara a Milano. Renica si trasferì quindi a Milano nel 1828, dove frequentò l'Accademia di Brera e sviluppò un profondo legame con il suo maestro Migliara, specializzandosi nella veduta prospettica e nel paesaggio di tradizione lombarda. Durante questo periodo, Renica si distinse per la sua abilità nel catturare la prospettiva architettonica e i dettagli paesaggistici, influenzato anche da Giuseppe Canella, da cui acquisì una maggiore sensibilità atmosferica e cromatica. Nel 1835, Renica intraprese un viaggio di studio insieme a Migliara tra Roma e Napoli, un'esperienza che lasciò una traccia indelebile nel suo stile e che fu testimoniata da dodici paesaggi esposti a Brescia. Questo viaggio fu fondamentale per la sua crescita artistica, permettendogli di esplorare nuove tecniche e temi. Verso la fine degli anni '30 dell'Ottocento, Renica si avventurò in Medio Oriente, un viaggio che influenzò profondamente la sua opera, arricchendola di dettagli naturalistici e atmosferici. Le sue vedute orientaliste, frutto di questa esperienza, mostrano una notevole attenzione ai particolari e una capacità evocativa che riflette l'influenza del Romanticismo. Renica espose le sue opere prevalentemente a Brescia a partire dal 1827 e fino agli anni '60, ma partecipò anche a mostre in altre città italiane, come le Promotrici torinesi, genovesi e fiorentine. Il suo vedutismo si presenta come una continuazione di quello di Migliara, con una precisione quasi miniaturistica nei dettagli e paesaggi di ampio respiro che mantengono un'unità tematica e una forte capacità evocativa. Dopo un viaggio in Svizzera nel 1848, Renica si avvicinò ai modi del pittore svizzero Alexandre Calame, osservandone il potere naturalistico ed emozionante. Le sue vedute degli ultimi anni sono caratterizzate da una sorprendente sintesi e da una sensibilità cromatica e luministica. Purtroppo, nel 1879, Renica fu colpito da una forma aggressiva di cecità che lo costrinse a rientrare a Brescia e ad abbandonare progressivamente la pittura. Prima della sua morte, avvenuta il 27 agosto 1884, donò tutti i suoi studi e disegni rimasti nello studio all'Ateneo bresciano. Renica lasciò un'eredità artistica significativa, con opere che continuano a essere apprezzate per la loro qualità e per il contributo alla pittura romantica italiana. Tra i suoi allievi si distinse Gaetano Fasanotti, che portò avanti l'insegnamento del suo maestro. Le note di viaggio di Renica, lasciate all'Ateneo di Brescia, sono una testimonianza preziosa del suo percorso artistico e delle sue esperienze, che hanno influenzato non solo la sua arte ma anche quella dei pittori che lo seguirono.
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