La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Renuccio Renucci ( Livorno 1880 - 1947). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Renuccio Renucci nacque a Livorno nel 1880, in una famiglia benestante. La sua vita fu segnata da un precoce interesse per l'arte, che lo portò a conoscere il pittore Ugo Manaresi all'età di diciotto anni. Questo incontro fu decisivo per la sua carriera artistica, poiché decise di abbandonare la fiorente attività paterna di spedizioni marittime per dedicarsi interamente all'arte. Renucci iniziò la sua formazione artistica dipingendo dal vero, sviluppando una predilezione per le marine, che divennero la sua principale fonte d'ispirazione. Il porto di Livorno, i fossi medicei, i velieri e i pescatori livornesi furono soggetti ricorrenti nelle sue opere. La sua arte fu inizialmente influenzata dall'ascendenza macchiaiola del maestro Manaresi, ma Renucci seppe tradurre questi insegnamenti con accentuazioni divisioniste e maggiori semplificazioni. Nel 1908, la sua arte ricevette riconoscimento quando espose all'Accademia di Firenze. Oltre alle marine, Renucci si confrontò anche con soggetti rurali, soprattutto durante gli anni della Prima guerra mondiale, quando lavorò in Maremma, nel paese di Bibbona. Qui conobbe Orfa Ricucci, che sposò nel 1916 e dalla quale ebbe tre figli: Raul, Rina e Edda. La famiglia e gli allievi frequentarono lo studio che Renucci tenne in Borgo San Jacopo dalla fine degli anni Trenta. Renucci si dedicò occasionalmente anche a nature morte, caratterizzate da un'estrema purezza nel tratto e nel colore. Nel 1920, fu tra i fondatori del Gruppo Labronico, insieme ad altri artisti livornesi come Baracchini Caputi, Natali, Romiti e Razzaguta. Partecipò a quasi tutte le mostre organizzate da questo sodalizio, contribuendo significativamente alla vita artistica della regione. La Seconda guerra mondiale portò tragedie personali nella vita di Renucci: la sua casa a Livorno fu distrutta da un bombardamento e il figlio Raul morì in mare nel 1943. Nonostante questi drammi e la progressiva sordità, continuò a dipingere fino agli ultimi giorni della sua vita. Si trasferì a Bibbona, dove predominarono i paesaggi campestri nelle sue ultime opere. Desideroso di trascorrere gli ultimi mesi di vita nella sua amata Livorno, vi fece ritorno, dove morì nell'aprile 1947. Renucci fu ricordato con un'ampia retrospettiva presso la Galleria Cocchini di Livorno nel 1957 e, nuovamente, nel 1977 con una retrospettiva con il patrocinio comunale, accompagnata dalla pubblicazione di una monografia. Questi eventi testimoniano l'importanza e il riconoscimento del suo contributo all'arte italiana. Le opere di Renuccio Renucci sono state offerte più volte all'asta, con prezzi realizzati che variano in base alla dimensione e al medium dell'opera. Dal 2010, il prezzo record per un'opera dell'artista è stato di 3,905 USD per "Barche", venduto presso Farsetti Arte. La sua arte, caratterizzata da una pennellata corposa e da una cifra stilistica propria, continua a essere apprezzata e ricercata da collezionisti e amanti dell'arte. Renucci fu probabilmente il più manierista tra gli artisti di spicco del Gruppo Labronico, distinguendosi per un senso decorativo molto forte. La sua vita e la sua opera rimangono un esempio significativo dell'arte impressionista e moderna italiana, testimoniando la sua profonda connessione con la terra natale e la sua capacità di trasformare le tragedie personali e le sfide in arte di straordinaria bellezza e significato.
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