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José Rico Cejudo nacque a Siviglia il 27 marzo 1864 in una famiglia umile; suo padre, Manuel Rico, era un artigiano specializzato nella fabbricazione di sedie, mentre sua madre, Ana Cejudo, proveniva da Osuna. La sua infanzia fu segnata dall'ambiente artistico della città andalusa, che all'epoca era un vivace centro culturale. Dopo aver completato gli studi primari, Rico Cejudo iniziò la sua formazione artistica presso la Scuola Provinciale di Belle Arti di Siviglia, dove studiò sotto la guida di insegnanti del calibro di Manuel Wssel, Eduardo Cano e José García Ramos. Già nel 1883, la sua dedizione e il suo talento gli valsero un premio nella classe di disegno antico. La sua carriera artistica prese una svolta significativa nel 1887, quando, ancora studente, vinse un premio in denaro per il suo dipinto "El niño de la paloma" (Il ragazzo con la colomba). Questo successo gli permise di ottenere una borsa di studio dal consiglio comunale di Siviglia per studiare a Roma, dove rimase fino al 1895. Durante il suo soggiorno in Italia, Rico Cejudo fu influenzato da artisti come Villegas e il pittore di Jerez Gallegos. Visitò anche Napoli e Venezia, dove realizzò numerose vedute, seguendo l'esempio di altri pittori spagnoli attratti dalla vedova di Fortuny, Cecilia Madrazo, e dalle visite frequenti di seguaci prestigiosi di Fortuny come Martín Rico e lo stesso Villegas. Le opere che Rico Cejudo inviò al consiglio di Siviglia durante il suo periodo di borsa di studio, come "Una pompeyana" (1889), "Estudio de desnudo masculino" (1889) e "La bendición pascual en Roma" (1893), dimostrano le notevoli abilità che acquisì in Italia: un disegno vigoroso e sicuro, un senso del colore caratterizzato da toni intensi ma con poche sfumature, composizioni equilibrate e soggetti impregnati di una sincerità narrativa, nonostante una tendenza verso l'aneddotico. Al suo ritorno a Siviglia, Rico Cejudo continuò a sviluppare il suo stile, che si manifestò in opere come "La promesa" (1906), considerata una delle sue migliori realizzazioni. Iniziò anche a insegnare disegno in accademie preparatorie per studenti di ingegneria, architettura e militari e, nel 1905, insegnò colorazione e composizione decorativa come assistente alla Scuola di Arti e Industrie. Successivamente, nel 1907, divenne membro a pieno titolo dell'Accademia di Belle Arti di Santa Isabel de Hungría a Siviglia. Rico Cejudo partecipò a numerose competizioni ufficiali, come le Esposizioni Nazionali, dove presentò opere come "La bendición pascual en Roma" (1895), "¡Pobre huérfana!" (1897), "Vicio y remordimiento" (1901), e "La promesa" (1906), tra le altre. Nel 1920, ricevette la sua più alta onorificenza, una medaglia di terza classe, per l'opera "Floreras" (Venditrici di fiori), che fu acquistata dallo stato per 4.000 pesetas. Oltre alla pittura, Rico Cejudo si dedicò anche all'illustrazione, alla scrittura di romanzi brevi, a studi eruditi su archeologia e arte pubblicati su giornali quotidiani di Siviglia e persino al canto flamenco. Fu un artista poliedrico, che seppe esprimere la sua creatività attraverso diverse forme d'arte. La sua produzione artistica, tuttavia, mostrò meno creatività negli anni successivi, con temi poco originali che seguivano i prototipi di García Ramos e Gonzalo Bilbao, con il sapore tradizionale del primo e il realismo luminarista del secondo. Nonostante ciò, Rico Cejudo rimase una figura centrale nel panorama artistico di Siviglia, partecipando a mostre in città come Siviglia, Granada e Malaga, nonché a esposizioni commerciali a Buenos Aires e in Messico, dove nel 1910 ottenne l'unica medaglia. José Rico Cejudo morì a Siviglia il 25 ottobre 1939, lasciando un'eredità artistica significativa che rifletteva la sua profonda connessione con la cultura e il paesaggio andaluso. Le sue opere continuano a essere apprezzate dai collezionisti e dagli amanti dell'arte per la loro capacità di catturare l'essenza della Spagna di fine Ottocento e inizio Novecento.
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