La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Michele Ridolfi ( Lucca 1795 - 1854). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Michele Ridolfi, nato Michelangelo Ridolfi il 29 settembre 1793 a Gragnano, una piccola località vicino a Lucca, in Italia, è stato un pittore e critico d'arte di rilievo nel panorama artistico italiano del XIX secolo. La sua vita e la sua opera si intrecciano strettamente con la storia e l'evoluzione dell'arte del suo tempo, rendendolo una figura di spicco nel campo della pittura e della critica artistica. Ridolfi iniziò il suo percorso artistico come apprendista nella bottega di Stefano Tofanelli a Lucca, dove ricevette i primi insegnamenti sull'arte della pittura. Questa esperienza iniziale fu fondamentale per la sua formazione, poiché gli permise di acquisire le basi tecniche e teoriche che avrebbero influenzato l'intero corso della sua carriera. Dopo la morte del suo maestro nel 1812, Ridolfi ottenne una borsa di studio che gli permise di trasferirsi a Roma nel 1813 per perfezionare le sue abilità artistiche. A Roma, ebbe l'opportunità di studiare e lavorare con una colonia di artisti tedeschi, tra cui Peter von Cornelius e Johann Friedrich Overbeck, che influenzarono notevolmente il suo stile e la sua visione artistica. Durante il suo soggiorno a Roma, Ridolfi realizzò diverse opere di rilievo, tra cui "Il Primo Concilio degli Apostoli sotto la Presidenza di San Pietro" e una "Madonna in Trono", che ricevette due medaglie d'oro e una corona di alloro dal Papa. Questi riconoscimenti non solo consolidarono la sua reputazione come artista di talento ma gli aprirono anche le porte a nuove opportunità professionali. Ridolfi si distinse anche come restauratore, dimostrando grande abilità nel ripristinare le fresche di Amico Aspertini nella Basilica di San Frediano a Lucca. La sua competenza in questo campo gli valse l'ammirazione e il rispetto dei suoi contemporanei, tanto da essere nominato membro onorario dell'Accademia di Dresda. Oltre alla sua attività di pittore e restauratore, Ridolfi fu anche un critico d'arte e un teorico, pubblicando diversi scritti che riflettevano le sue riflessioni sull'arte e sulla sua didattica. Nel 1836, pubblicò il discorso "Sull'insegnamento della pittura", dedicato a Tommaso Minardi, che evidenziava la sua visione dell'arte e dell'educazione artistica. Questo testo, insieme ad altri contributi, dimostra l'importanza che Ridolfi attribuiva alla formazione teorica degli artisti, considerata essenziale per il loro sviluppo e per il progresso dell'arte in generale. La tecnica dell'encausto, una tecnica pittorica antica che utilizza colori miscelati con cera calda, fu un altro ambito in cui Ridolfi eccelse. La sua decisione di adottare questa tecnica per decorare l'abside della basilica di Sant'Alessandro a Lucca dimostra il suo interesse per le tecniche artistiche tradizionali e il suo desiderio di sperimentare e innovare. Michele Ridolfi morì a Lucca il 1º novembre 1854, lasciando un'eredità duratura nel campo dell'arte italiana. La sua vita e il suo lavoro riflettono l'impegno di un artista che ha cercato costantemente di perfezionare la sua arte, esplorando nuove tecniche e idee, e contribuendo significativamente al dibattito artistico del suo tempo. La sua figura rimane un esempio di dedizione e passione per l'arte, testimoniando l'importanza della ricerca continua e dell'innovazione nel campo artistico.
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