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Giuseppe Riva fu un pittore italiano nato il 4 novembre 1834 a Ivrea, una città situata nella regione del Piemonte. La sua vita si svolse tra il XIX e l'inizio del XX secolo, un periodo di grande fermento culturale e artistico in Italia e in Europa. Riva si distinse per la sua abilità nel ritratto, nella pittura storica e nei paesaggi, dimostrando una versatilità che gli permise di guadagnarsi l'ammirazione dei contemporanei e di lasciare un'impronta duratura nel panorama artistico del suo tempo. La formazione artistica di Riva iniziò nella sua città natale, ma fu a Milano che egli trovò il suo vero palcoscenico. La metropoli lombarda, all'epoca un importante centro culturale, gli offrì l'opportunità di immergersi in un ambiente ricco di stimoli e di confrontarsi con le correnti artistiche dominanti. Nonostante la sua professione di avvocato, Riva non abbandonò mai la sua passione per l'arte, dedicandosi con fervore alla pittura e riuscendo a conciliare le due attività con successo. Le sue opere furono esposte in numerose mostre e esposizioni, ottenendo riconoscimenti e apprezzamenti. Tra i suoi lavori più noti, si ricorda "While reading a memorial plaque for the Calvinist Covenanters, Catherine de' Medici surprised by Mary Stuart", esposto all'Esposizione di Belle Arti di Torino nel 1883. Questo dipinto rivela la sua capacità di catturare momenti storici con intensità emotiva e attenzione al dettaglio. Allo stesso evento, nel 1887, presentò "Ultimi istanti di Cola di Rienzi, last Tribune of Rome", un altro esempio della sua abilità nel genere storico. Riva si distinse anche per i suoi ritratti, come dimostrato dalle numerose mezzefigure esposte all'Esposizione di Milano del 1872. La sua abilità nel ritrarre l'essenza dei suoi soggetti e nel catturare la loro personalità attraverso la tela gli valse l'ammirazione di critici e collezionisti. Alla Esposizione di Roma del 1883, espose "Two Shepherdesses, an Idyll", che mostrava la sua capacità di rappresentare scene bucoliche con delicatezza e sensibilità. Nonostante la sua fama come ritrattista, Riva non trascurò il genere paesaggistico. Le sue vedute naturali e urbane, come "Il naviglio grande a Milano" del 1890, dimostrano una profonda comprensione della luce e del colore, nonché un'attenta osservazione della realtà circostante. La sua vita artistica fu segnata da un costante impegno e da una produzione prolifica, che lo portò a essere considerato uno dei pittori più rappresentativi della sua epoca. Le sue opere furono oggetto di numerose transazioni in aste e mercati d'arte, testimoniando l'interesse che suscitavano e suscitano tuttora tra collezionisti e appassionati. Giuseppe Riva morì il 10 novembre 1916 a Ivrea, lasciando un'eredità artistica di grande valore. La sua vita e la sua opera sono state oggetto di studi e ricerche, che hanno contribuito a delineare il profilo di un artista di impronta classicista, attivo in un periodo di transizione e di ricerca stilistica. È importante notare che esisteva un altro pittore con lo stesso nome, Giuseppe Riva (1861-1948), attivo a Bergamo e Roma, che talvolta può generare confusione. Tuttavia, il Giuseppe Riva di cui si parla in questa biografia è quello nato nel 1834, la cui vita e opera sono state ampiamente documentate e riconosciute nel panorama artistico italiano dell'epoca. In conclusione, Giuseppe Riva fu un artista che seppe interpretare e rappresentare la realtà del suo tempo con sensibilità e maestria tecnica. La sua opera continua a essere apprezzata per la capacità di trasmettere emozioni e per la qualità esecutiva, elementi che lo rendono una figura di spicco nella storia dell'arte italiana.
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