La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Juana Romani ( Velletri 1869 - Parigi 1924). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Juana Romani, nata Carolina Carlesimo il 30 aprile 1867 a Velletri, Italia, è stata una pittrice e modella che ha lasciato un'impronta indelebile nella scena artistica parigina di fine Ottocento. La sua vita, che si snoda tra successi e tragedie, è un affresco vivido dell'epoca della Belle Époque. Carolina, figlia di due braccianti agricoli, Manuela Schiavi e Giacinto Carlesimo, visse un'infanzia segnata dall'abbandono del padre, che si diede al brigantaggio. La madre, dopo essere rimasta vedova, iniziò una relazione con Temistocle Romani, un ingegnere in cerca di lavoro, e insieme decisero di trasferirsi a Parigi nel 1877. Fu in questo contesto che Carolina, all'età di dieci anni, iniziò a lavorare come modella in varie scuole d'arte, adottando lo pseudonimo di Juana Romani. La sua bellezza e il suo talento non passarono inosservati, e ben presto Juana divenne musa e modella per artisti di rilievo come Alexandre Falguière, Carolus-Duran e Jean-Jacques Henner. Con quest'ultimo ebbe anche una breve relazione amorosa. Fu proprio Henner a incoraggiarla a sviluppare il proprio talento artistico, e a diciannove anni Juana decise di intraprendere la carriera di pittrice. Juana Romani si distinse per i suoi ritratti femminili, spesso raffigurando donne di famiglie nobili come figure mitologiche o simboliche. La sua arte, caratterizzata da un realismo attento e da una sensibilità particolare per il ritratto, le valse il riconoscimento della critica e del pubblico. Espose regolarmente al Salon della Société des Artistes Français dal 1888 al 1904 e ricevette una medaglia d'argento all'Exposition Universelle del 1889. Nonostante il successo, Juana non dimenticò mai le sue origini italiane. Nel 1901, donò una somma significativa alla scuola d'arte della sua città natale, che in seguito fu rinominata "Scuola d'Arte Juana Romani" in suo onore. Tuttavia, la sua vita fu segnata anche da momenti di grande difficoltà. A partire dal 1903, Juana iniziò a soffrire di crisi psicotiche che la portarono a essere ricoverata in una clinica psichiatrica a Parigi. La sua relazione con il pittore Ferdinand Roybet, che fu sia suo mentore che compagno di vita, fu una fonte di ispirazione reciproca, ma anche di sofferenza, soprattutto quando la malattia mentale di Juana si aggravò. Dopo la morte di Roybet nel 1920, Juana fu trasferita in un altro istituto, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita in condizioni di isolamento e dimenticanza. Juana Romani morì il 13 giugno 1923 a Suresnes, vicino a Parigi. La sua morte segnò la fine di un'epoca e l'inizio dell'oblio per la sua arte. Solo di recente, il suo lavoro e la sua figura sono stati riscoperti e celebrati attraverso mostre e studi che hanno riacceso l'interesse per questa artista eccezionale. Le sue opere, tra cui "Salomé", "Bella Donna", "Angelica", "La Rossa", "Tizianella", "La Modella" e "Leonora d'Este", sono esempi della sua abilità nel catturare l'essenza dei suoi soggetti con una tecnica diretta e senza bozze preliminari. Molti dei suoi dipinti sono conservati al Musée d'Orsay e in altre collezioni in Francia e all'estero. La storia di Juana Romani è emblematica della condizione femminile nell'arte, in un'epoca in cui le donne lottavano per affermarsi in un campo dominato dagli uomini. La sua vita, così ricca di talento e passione, ma anche di ostacoli e sfide, continua a ispirare e a testimoniare l'importanza del riconoscimento e della memoria nell'arte.
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