La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Gino Romiti ( Livorno 1881 - 1967). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Gino Romiti, nato a Livorno il 5 maggio 1881 e deceduto nella stessa città il 19 settembre 1967, è stato un pittore italiano di rilevante importanza nel panorama artistico del Novecento. La sua vita e la sua arte si intrecciano strettamente con la città di Livorno, dove ha trascorso gran parte della sua esistenza, contribuendo significativamente alla vita culturale del luogo. Romiti iniziò il suo percorso artistico all'età di sedici anni, quando entrò nella scuola di Guglielmo Micheli, un ambiente che si rivelò una vera fucina di talenti. Qui ebbe modo di incontrare e stringere amicizia con altri futuri artisti di spicco, tra cui Amedeo Modigliani, con il quale sviluppò un forte legame professionale e personale. Durante i soggiorni estivi, ricevette anche insegnamenti da Giovanni Fattori, altro grande nome dell'arte italiana, che influenzò notevolmente il suo stile. La sua prima esposizione avvenne nel 1898 alla Permanente di Milano, segnando l'inizio di una lunga e fruttuosa carriera artistica. Romiti partecipò a numerose mostre, tra cui la Biennale di Venezia del 1903 e del 1912, dove presentò opere influenzate dalle teorie divisioniste, come "Il sole nel giardino", che attirò l'attenzione del re Vittorio Emanuele III, il quale acquistò il dipinto. Durante la prima guerra mondiale, Romiti fu chiamato alle armi e inviato in Albania come parte del corpo di spedizione. In questo periodo, nonostante le difficoltà, continuò a dipingere, realizzando circa sessanta quadri di piccole e medie dimensioni che ritraevano la vita militare e i paesaggi albanesi. Queste opere sono considerate tra le più apprezzate della sua produzione. Nel 1920, Romiti fu tra i fondatori del Gruppo Labronico, un'associazione di artisti che si proponeva di promuovere l'arte livornese. Il gruppo nacque nel suo studio e Romiti ne divenne presidente dal 1943 fino alla sua morte nel 1967. Il Gruppo Labronico fu un punto di riferimento importante per l'arte della regione e contribuì a mantenere viva la tradizione pittorica locale. Il repertorio tematico di Romiti era costituito prevalentemente da soggetti ispirati alle pinete dell'Ardenza, ai dintorni di Livorno, a giardini e strade di campagna. L'interesse per il mare lo portò a realizzare singolari opere raffiguranti il fondo marino, che gli valsero il soprannome di "pittore-palombaro", nonostante non si fosse mai immerso. Queste opere erano frutto della sua intuizione e della sua fantasia. Dopo la seconda guerra mondiale, Romiti continuò a dipingere con serenità, ritraendo l'amato paesaggio livornese. Nel 1952, espose cinque opere alla Biennale di Venezia e, l'anno successivo, partecipò alla nascita del "Premio Rotonda" di Livorno, promosso da Mario Borgiotti, Nedo Luschi e Renzo Casali. Romiti fu anche un uomo di profonda spiritualità e religiosità, che si rifletteva nelle sue opere, considerate veri e propri inni alla vita. La rappresentazione della luce e delle sue variazioni cromatiche era un elemento centrale nel suo lavoro, che esaltava le forme e il contenuto delle sue composizioni. Nel corso della sua vita, Romiti fu spesso nominato membro di commissioni pubbliche e di giurie per concorsi di pittura. La sua corrispondenza con altri artisti e intellettuali dell'epoca testimonia la sua attiva partecipazione alla vita culturale italiana. Nel 1959, in occasione del suo 78° compleanno, la città di Livorno gli tributò calorosi festeggiamenti e gli consegnò la medaglia d'oro in riconoscimento della sua attività artistica. In tale occasione venne anche allestita una mostra antologica. Romiti lasciò un'eredità artistica significativa, con numerose opere che hanno dato vita a molteplici retrospettive sulla sua arte. La sua produzione è stata oggetto di studio e apprezzamento anche dopo la sua morte, con mostre e pubblicazioni che hanno contribuito a mantenere vivo il suo ricordo.
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