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Costantino Rosa è stato un pittore italiano nato a Bergamo nel 1803 e deceduto nella stessa città nel 1878. La sua vita e la sua arte si inseriscono nel contesto del Romanticismo europeo, un movimento che ha segnato profondamente la cultura dell'Ottocento. Rosa iniziò la sua carriera come orafo, mestiere che gli procurò apprezzamenti e lodi, ma fu l'amico Enrico Scuri a notare le sue doti disegnative e a spingerlo verso lo studio della pittura. Rosa frequentò l'Accademia Carrara di Bergamo, dove fece il suo esordio nel 1833. Dopo aver studiato all'Accademia, decise di compiere un viaggio di perfezionamento tra Roma e Napoli, esperienza che influenzò notevolmente il suo stile pittorico. Al ritorno da questo viaggio, nel 1838, presentò all'Esposizione di Bergamo diversi panorami di Roma e della campagna romana, oltre a vedute istoriate, che combinavano personaggi storici o letterari con paesaggi classici visti attraverso una lente nuova e più sciolta. Il suo stile si caratterizzava per una maggiore libertà compositiva e una sensibilità atmosferica che si distaccava dalla rigida impostazione classica. Questo approccio romantico si rifletteva nelle sue opere, come "La Sagra di San Michele" e "Sagra di Almenno San Salvatore", che presentano una trattazione della luce attenta alle sfumature tonali e agli effetti atmosferici. Rosa fu anche influenzato dalla nascente scuola vedutistica lombarda di inizio Ottocento, facente capo a Marco Gozzi. Nel corso della sua carriera, Rosa partecipò a numerose esposizioni, tra cui quella di Firenze nel 1861 con "Interno di un villaggio" e "Officina d’un alchimista", e quella di Torino nel 1864 con opere come "Monti della Prezzolana in valle di Scalve" e "Chiesa della Salute a Venezia, al sorgere dell’aurora". Nel 1863, fu incaricato di realizzare un grande "Paesaggio bergamasco" per la principessa Pia, confermando il suo successo come pittore. Tra i suoi soggetti preferiti vi erano le vedute di Bergamo, la val Brembana e i panorami intorno a Brescia e al lago di Lecco. Molti dei suoi lavori sono conservati in Accademia Carrara. Un esempio significativo è la "Veduta della Piazza grande di Bergamo" (1833), che rappresenta un momento di vita quotidiana nella città ottocentesca, con tonalità degli ocra, dei beige, dei rossi spenti e dei grigi perlacei. Rosa dipinse fino alla fine della sua vita, morendo a Bergamo nel 1878 all'età di settantacinque anni. La sua arte è oggi riconosciuta come un prezioso documento storico che testimonia la tradizione e la cultura del suo tempo. Le sue opere sono apprezzate per la capacità di catturare l'essenza del Romanticismo, con una particolare attenzione alla luce e all'atmosfera, e continuano a essere oggetto di studio e ammirazione. La sua biografia è arricchita da aneddoti e curiosità che riguardano la storia e il culto di San Michele Arcangelo, come evidenziato nel suo dipinto "La Sagra di San Michele". Questo lavoro, in particolare, è stato riconosciuto come uno dei suoi meglio riusciti e mostra la sua abilità nel rappresentare le feste popolari tradizionali, molto diffuse negli antichi borghi delle valli bergamasche. Costantino Rosa è stato un artista che ha saputo interpretare e trasmettere il sentire comune del suo tempo, lasciando un'eredità artistica che continua a essere apprezzata e studiata. La sua vita e le sue opere sono un esempio dell'importanza del contesto storico e culturale nell'interpretazione dell'arte dell'Ottocento.
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