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Eduardo Rosales Gallinas fu un pittore spagnolo, nato a Madrid il 4 novembre 1836 e deceduto nella stessa città il 13 settembre 1873. La sua vita fu segnata da una serie di sfide personali, tra cui la perdita precoce dei genitori e una salute cagionevole, ma nonostante ciò riuscì a lasciare un'impronta indelebile nella storia dell'arte spagnola del XIX secolo. Rosales crebbe in una famiglia umile e, rimasto orfano in giovane età, si formò presso l'Accademia di Belle Arti di San Fernando a Madrid. Qui studiò sotto la guida di Federico de Madrazo, uno dei più influenti pittori dell'epoca. Nonostante le difficoltà economiche, nel 1857 Rosales si trasferì a Roma, dove entrò in contatto con il movimento artistico del Purismo, che all'epoca dominava la scena artistica italiana. Tuttavia, non ricevette subito una pensione reale e dovette finanziare il suo soggiorno con i soldi guadagnati dal suo primo incarico significativo, un ritratto di García Aznar, V conte di Aragona, per la Serie cronologica dei re di Spagna. Durante i suoi primi anni in Italia, Rosales fu influenzato dal Purismo di matrice nazarena, come si può vedere nella sua prima opera importante, "Tobías y el ángel". Tuttavia, presto si rese conto che quel linguaggio artistico era in crisi e iniziò a orientarsi verso un realismo più naturalista. Questo cambiamento di direzione si riflette nella sua opera più nota, "Doña Isabel la Católica dictando su testamento", che gli valse un grande successo alla Esposizione Nazionale del 1864 e alla successiva Esposizione Universale di Parigi del 1867, dove ricevette la Legion d'Onore. Rosales si distinse per il suo stile personale che tendeva a una monumentalità historicista, ma al tempo stesso sintetica e moderna. La sua interpretazione personale dei miti pittorici del suo tempo, all'interno di un academicismo internazionale dominato dall'influenza di Velázquez, lo portò a raggiungere una completa autonomia plastica. Questo si può osservare in opere come "Concepción Serrano, después condesa de Santovenia", acquisita dalla Fundación Amigos del Museo del Prado per il museo nel 1982. Nonostante il successo, la carriera artistica di Rosales fu fortemente condizionata dalla sua salute precaria, aggravata dalla tubercolosi. Questo lo costrinse a lunghi periodi di convalescenza a Panticosa e a due soggiorni nel sud-est della Spagna. Durante gli ultimi anni della sua vita, si dedicò anche alla pittura di paesaggi all'aperto e realizzò grandi composizioni decorative, tra cui due per il palazzo del Marchese di Portugalete, ora perdute, e per gli spandrelli della chiesa di Santo Tomás, che rappresentano i quattro evangelisti. Rosales morì prematuramente all'età di 36 anni, lasciando incompiuta l'opera per la chiesa di Santo Tomás. Tuttavia, la sua eredità artistica sopravvive nelle sue opere, molte delle quali sono conservate al Museo del Prado a Madrid. La sua figura è stata riconosciuta come una delle più importanti della pittura spagnola del XIX secolo, e la sua capacità di rinnovare il genere della pittura storica ha avuto un impatto significativo sull'evoluzione dell'arte spagnola, spostandola dal purismo accademico verso il realismo dell'arte di Velázquez.
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