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Federico Rossano, nato a Napoli il 31 agosto 1835, è stato un pittore italiano che ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama artistico del suo tempo. Figlio di Vincenzo Rossano, un colonnello in pensione delle armate di Murat, Federico inizialmente avrebbe dovuto seguire le orme paterne o dedicarsi all'architettura, come desiderava il padre. Tuttavia, la sua passione per la pittura lo portò a iscriversi alla Reale Accademia di Belle Arti di Napoli, dove iniziò a studiare architettura per poi passare alla pittura, contravvenendo così ai desideri paterni. Durante i suoi studi, Rossano fu influenzato da artisti come Giacinto Gigante e Gennaro Ruo, e si avvicinò al naturalismo pittorico della scuola di Posillipo. La sua predilezione per le vedute marine, in particolare dell'isola di Ischia, emerge nelle sue opere, caratterizzate da colori armoniosi che trasmettono una sensazione di tranquillità. Nel 1858, Rossano si trasferì a Portici insieme a Marco De Gregorio, Adriano Cecioni e Giuseppe De Nittis, con i quali formò il cosiddetto Gruppo di Portici, noto anche come Scuola di Resina. Questo movimento si orientava verso un modo di dipingere antiaccademico, in linea con le sperimentazioni artistiche dei macchiaioli e del verismo. La carriera artistica di Rossano prese il volo negli anni '60 dell'Ottocento, quando partecipò a numerose mostre nazionali, tra cui l'Esposizione Nazionale di Firenze nel 1861 e la mostra della Società Promotrice di Napoli nel 1863. Dopo la morte di De Gregorio nel 1876, Rossano seguì De Nittis a Parigi, dove rimase per circa vent'anni. In questo periodo, la sua arte fu influenzata dalla Scuola di Barbizon e dall'incontro con artisti come Pissarro e Corot. La sua produzione si arricchì di paesaggi al tramonto e di scene contadine, che lo collegano a maestri francesi come Jean-François Millet. Durante il suo soggiorno parigino, Rossano partecipò a diversi Salon e alle Esposizioni Universali del 1878 e del 1889. Tornato a Portici nel 1893, si trovò a fronteggiare ristrettezze economiche che lo costrinsero a lavorare come insegnante di paesaggio. Successivamente, si trasferì a Napoli, dove ottenne la cattedra di Pittura alla Regia Accademia di Belle Arti, mantenendola fino al 1902. Continuò a partecipare a importanti manifestazioni espositive, tra cui la Biennale di Venezia nel 1899, nel 1905 e nel 1910. Le opere di Rossano sono caratterizzate da una fedele riproduzione dei fenomeni naturali e da scene di vita contadina rurale. La sua arte, che inizialmente presentava tratti sentimentali propri della Scuola di Posillipo, evolse verso una rappresentazione più rigorosa e priva di orpelli, in linea con le idee della Scuola di Resina. La tavolozza di Rossano si schiarì a seguito del suo trasferimento in Francia, adottando spesso toni rosei per la realizzazione di paesaggi al tramonto. Federico Rossano morì a Napoli il 5 maggio 1912, lasciando un'eredità artistica di grande valore. Le sue opere sono presenti in numerosi musei e collezioni, testimoniando l'importanza del suo contributo al panorama artistico italiano e internazionale. La sua vita e la sua arte riflettono un percorso di ricerca e sperimentazione costante, che lo ha portato a esplorare nuove tecniche e tematiche, rendendolo una figura di spicco nella storia dell'arte del XIX secolo.
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