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Tommaso Ruffo, nato a Tropea (Catanzaro) nel 1849 e deceduto nel 1919, è stato un pittore italiano che ha lasciato un'impronta significativa nel panorama artistico del suo tempo. Allievo a Napoli di Giuseppe Mancinelli e in seguito di Domenico Morelli, Ruffo ha saputo assimilare l'eleganza cromatica del suo maestro, arricchendola con una propria intensità luministica che diverrà una delle caratteristiche distintive della sua arte. La formazione artistica di Ruffo si è svolta in un periodo di grande fermento culturale, durante il quale Napoli era uno dei centri più vivaci per la pittura in Italia. Sotto la guida di Morelli, uno dei massimi esponenti della Scuola di Posillipo, Ruffo ha potuto sviluppare una tecnica pittorica raffinata, che gli ha permesso di esprimersi attraverso una gamma di generi pittorici diversificati. Nel corso della sua carriera, Ruffo ha dipinto opere di genere, quadri devozionali e paesaggi, utilizzando tecniche diverse come olio, pastello e acquerello. Tra le sue opere devozionali si ricorda il "San Brunone" per la chiesa di Santa Maria del Soccorso a Vibo Valentia, che testimonia la sua capacità di coniugare spiritualità e ricerca estetica. Ruffo ha partecipato a numerose esposizioni, tra cui quelle della Promotrice di Napoli, dove ha presentato opere come "La tradita" nel 1875 e "Costume calabrese" nel 1891. Ha esposto anche alla Promotrice di Torino con "La toeletta" sempre nel 1875, a quella di Roma nel 1901 con "Tentazione e pentimento", e a Catanzaro nel 1912 con "Liberaci dal male!". Queste esposizioni hanno contribuito a consolidare la sua reputazione come artista e a diffondere la sua arte al di fuori della sua terra natale. Il dipinto "Dopo una scaramuccia", un olio su tela del 1873, conservato presso la Pinacoteca Provinciale di Avellino, è un esempio significativo del suo talento. L'opera, che rappresenta una scena post-battaglia, è caratterizzata da una firma in basso a destra che ne attesta l'autenticità. Questo quadro rivela la capacità di Ruffo di catturare momenti di vita quotidiana con una sensibilità particolare, rendendo le sue composizioni vivide e coinvolgenti. La pittura di Ruffo si è evoluta nel tempo, mostrando una progressiva apertura verso le nuove tendenze artistiche senza però abbandonare le solide basi della sua formazione. La sua arte si è distinta per una certa audacia e freschezza, testimoniando uno sforzo costante di evoluzione e di adattamento alle correnti contemporanee. Nonostante la sua abilità e il riconoscimento ottenuto, Tommaso Ruffo è rimasto una figura relativamente modesta nel panorama artistico italiano, forse a causa della sua provenienza geografica e della difficoltà di emergere in un contesto dominato da figure di maggiore fama. Tuttavia, il suo contributo alla pittura calabrese e meridionale rimane importante, e le sue opere sono oggi apprezzate per la loro qualità e per il loro valore storico e culturale. In conclusione, la vita e l'opera di Tommaso Ruffo rappresentano un esempio di dedizione e di passione per l'arte, che ha saputo esprimersi attraverso una produzione variegata e di qualità. La sua figura merita di essere ricordata e studiata per comprendere meglio il contesto artistico del Sud Italia nel periodo tra il XIX e il XX secolo.
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