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Luigi Carlo Filippo Russolo, nato il 30 aprile 1885 a Portogruaro, vicino a Venezia, e deceduto il 4 febbraio 1947 a Laveno Mombello, è stato un artista poliedrico italiano, noto principalmente per il suo ruolo di pioniere nel movimento futurista come pittore, compositore e inventore di strumenti musicali. La sua vita e la sua opera si intrecciano strettamente con lo sviluppo del futurismo, movimento che esaltava la modernità, la tecnologia e il dinamismo della vita contemporanea, proponendo una radicale rottura con il passato e le sue tradizioni artistiche. Russolo proveniva da una famiglia con una forte tradizione musicale; suo padre Domenico era organista e direttore della Schola Cantorum di Latisana. Anche i suoi fratelli maggiori, Giovanni e Antonio, furono musicisti professionisti. Nonostante questa precoce immersione nel mondo della musica, Luigi Russolo sviluppò un interesse anche per le arti visive, che lo portò a trasferirsi a Milano nel 1901, dove frequentò l'Accademia di Brera e lavorò come apprendista restauratore. Nel 1909, la carriera artistica di Russolo subì una svolta decisiva quando incontrò Umberto Boccioni e Carlo Carrà, con i quali stabilì un profondo legame intellettuale e artistico. Queste amicizie lo introdussero al futurismo, movimento fondato da Filippo Tommaso Marinetti, che cercava di incarnare lo spirito della modernità attraverso l'esaltazione della macchina, della velocità e del cambiamento. Russolo aderì con entusiasmo a queste idee, contribuendo al movimento sia come pittore che come teorico. Nel 1910, Russolo firmò il Manifesto dei Pittori Futuristi e il Manifesto Tecnico della Pittura Futurista, documenti che chiedevano un'arte capace di riflettere l'energia e il dinamismo della vita moderna. Le sue opere pittoriche di questo periodo, come "La Rivolta" (1911) e "Solidità della nebbia" (1912), mostrano l'influenza del futurismo nella loro rappresentazione del movimento e nella scomposizione delle forme, in linea con le ricerche di Boccioni e Balla. Tuttavia, è nel campo della musica che Russolo apportò il suo contributo più rivoluzionario. Nel 1913, pubblicò il manifesto "L'arte dei rumori", in cui proponeva di ampliare la palette sonora della musica per includere i rumori della vita moderna, dai sibili delle macchine a vapore ai clangori delle officine metalmeccaniche. Per realizzare questa visione, Russolo costruì gli Intonarumori, una serie di strumenti capaci di produrre suoni non armonici. Questi strumenti furono utilizzati in concerti che spesso provocavano reazioni scandalizzate nel pubblico, ma che segnarono un momento fondamentale nella storia della musica sperimentale. Nonostante il suo impegno nel futurismo, Russolo non aderì mai al fascismo, a differenza di altri esponenti del movimento. Dopo la prima guerra mondiale, la sua attività artistica si fece più sporadica, e negli anni '20 si trasferì a Parigi, dove continuò a esplorare le possibilità della musica rumorista e a interessarsi di filosofie orientali e di esoterismo. Negli ultimi anni della sua vita, Russolo tornò alla pittura, sviluppando uno stile che definì "classico moderno", e continuò a riflettere sulle potenzialità espressive del rumore e sulla relazione tra arte e tecnologia. La sua eredità è complessa e sfaccettata, abbracciando la pittura, la musica e la teoria artistica, e il suo lavoro continua a essere una fonte di ispirazione per artisti e musicisti interessati alle intersezioni tra arte, tecnologia e società moderna.
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