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Johann Evangelist Scheffer von Leonhardshoff, nato il 30 ottobre 1795 a Vienna, fu un pittore e artista grafico austriaco, noto per il suo coinvolgimento nel movimento Nazareno. Proveniente da una famiglia nobile ma povera originaria di Fulda, Scheffer mostrò un precoce talento artistico che lo portò a iniziare i suoi studi presso l'Accademia di Belle Arti di Vienna sotto la guida di Hubert Maurer. Tuttavia, la sua arte si distanziò presto dallo stile accademico prevalente, influenzato dal movimento Nazareno, un gruppo di artisti romantici che cercavano di rivitalizzare l'arte cristiana attraverso un ritorno allo stile medievale e al primo Rinascimento. Nel 1812, Scheffer intraprese un viaggio a Venezia per visitare sua sorella e proseguì per Ferrara, dove si ritiene abbia contratto la tubercolosi che avrebbe poi abbreviato la sua vita. Al suo ritorno in Austria, si stabilì a Klagenfurt, dove il Principe-vescovo di Gurk, Franz Xaver Salm-Reifferscheid, divenne suo mecenate e lo nominò pittore di corte. Questo incarico gli permise di viaggiare nuovamente in Italia nel 1814, un tour durante il quale ebbe l'onore di essere ammesso alla presenza di Papa Pio VII e di ricevere l'Ordine Supremo di Cristo per aver dipinto il ritratto del pontefice. Dopo questo evento, i suoi amici iniziarono affettuosamente a chiamarlo "Raffaelino", in riferimento al grande maestro del Rinascimento, Raffaello Sanzio. Il suo ritorno a Klagenfurt nel 1816 fu segnato da una grave malattia. Nel 1819, Scheffer si trasferì a Vienna nella speranza di migliorare la sua salute e intraprese un ultimo viaggio in Italia tra il 1820 e il 1821. Tuttavia, una volta tornato a Vienna, fu colpito da un rifiuto amoroso da parte della sua amata di lunga data, Caecilia Bontzak, che si sentiva trascurata. La sua salute peggiorò rapidamente e morì pochi mesi dopo il suo ventiseiesimo compleanno, il 12 gennaio 1822. Durante la sua breve vita, Scheffer von Leonhardshoff produsse opere che riflettevano la sua devozione al Nazarenismo e il suo interesse per il Rinascimento italiano. Il suo stile si caratterizzò per una ricomposizione formale, quasi filologica, dello stile degli artisti quattrocenteschi italiani come Beato Angelico. Tra i suoi lavori più noti, si ricorda il ritratto di Papa Pio VII, che gli valse l'Ordine Supremo di Cristo, e il suo capolavoro di orientamento romantico a tema religioso "Santa Cecilia". Nonostante la sua morte prematura, l'eredità artistica di Scheffer von Leonhardshoff ha continuato a influenzare il panorama artistico austriaco. La sua opera è stata oggetto di studi e mostre, come quella curata da Michael Krapf nel 1977, che ha esplorato in dettaglio la vita e l'opera di questo membro del Lukasbundes a Vienna. La vita di Johann Evangelist Scheffer von Leonhardshoff è un esempio di come il talento e la passione possano emergere nonostante le avversità. La sua dedizione all'arte e il suo contributo al movimento Nazareno rimangono un punto di riferimento per gli studiosi dell'arte romantica e del Rinascimento. La sua breve esistenza, segnata da viaggi, riconoscimenti e delusioni amorose, riflette la natura effimera e intensa dell'esperienza umana, così come la capacità dell'arte di trascendere la vita stessa.
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