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Bartolomeo Schermini, nato a Brescia il 26 marzo 1841 e morto nella stessa città il 25 novembre 1896, è stato un pittore italiano che ha lasciato un'impronta significativa nel panorama artistico del XIX secolo, principalmente attraverso le sue scene di genere e i pezzi di costume. La sua vita e la sua opera si intrecciano strettamente con la città di Brescia, dove ha vissuto e lavorato per la maggior parte della sua esistenza, ma anche con importanti centri artistici italiani come Milano e Firenze, oltre a un significativo soggiorno in Francia. Schermini ha iniziato il suo percorso formativo presso l'Accademia di Brera a Milano, dove è stato allievo di Giuseppe Bertini, un artista di rilievo che ha esercitato una notevole influenza sul suo sviluppo artistico. Durante i suoi anni di formazione, Schermini ha dimostrato un talento eccezionale che gli ha permesso di vincere il premio Brozzoni, riconoscimento che testimonia la sua abilità e la sua dedizione all'arte. La sua carriera artistica è stata segnata da una serie di successi espositivi, iniziando con la sua partecipazione all'Esposizione di Belle Arti del 1872 a Milano, dove ha esposto opere come "Una sillaba moderna", "Scherzo infantile", e "Libertà". Queste prime opere esposte riflettono già la predilezione di Schermini per le scene di vita quotidiana e i soggetti legati alla sfera dell'infanzia, temi che continueranno a caratterizzare la sua produzione artistica. Nel 1881, sempre a Milano, ha presentato "S'ingioiella la sposa", mentre a Roma, nel 1883, ha esposto una scena di costume, confermando la sua versatilità e la sua capacità di catturare con sensibilità e attenzione i dettagli della vita umana e sociale. Oltre alla pittura, Schermini ha dedicato una parte significativa della sua vita all'insegnamento del disegno nelle scuole comunali di Brescia. Questo impegno educativo riflette il suo desiderio di trasmettere la passione e le competenze artistiche alle nuove generazioni, contribuendo alla formazione culturale della sua città natale. Nonostante il successo e il riconoscimento ottenuti, gli ultimi anni della vita di Schermini sono stati segnati da una progressiva rinuncia all'arte, dovuta a condizioni di salute deterioranti. Questo ritiro dalla scena artistica non ha tuttavia diminuito il valore e l'importanza del suo contributo al mondo dell'arte italiana. Le opere di Schermini sono state apprezzate non solo durante la sua vita ma anche postumamente, come dimostra la loro presenza in importanti esposizioni e collezioni. Tra le sue opere più note, si ricordano "La Sibilla moderna", "Gli ultimi giorni di Raffaello", "Il menestrello", "Ritratto della madre", "Erbivendola", "Campagna romana", "Offerta votiva", e "Ritratto di Achille Coen". Queste opere, insieme a molte altre, testimoniano la sua abilità nel catturare l'essenza della realtà quotidiana e la profondità emotiva dei suoi soggetti, rendendo Schermini un artista di rilievo nel panorama artistico del suo tempo. In conclusione, Bartolomeo Schermini emerge come una figura di spicco nella pittura italiana dell'Ottocento, la cui opera continua a essere apprezzata per la sua sensibilità, la sua attenzione ai dettagli e la sua capacità di trasmettere emozioni profonde attraverso la tela. La sua eredità artistica rimane un punto di riferimento importante per gli studiosi e gli appassionati d'arte, testimoniando il suo contributo duraturo al patrimonio culturale italiano.
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