La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Luigi Selvatico ( Venezia 1873 - 1938). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Luigi Selvatico nacque a Venezia il 5 settembre 1873, in una famiglia che aveva già dato importanti contributi alla cultura e all'arte italiana. Figlio di Riccardo Selvatico, commediografo, poeta e sindaco di Venezia tra il 1890 e il 1895, e di Anna Maria Carlotta Charmet, detta Nina, Luigi crebbe in un ambiente ricco di stimoli culturali e artistici. La sua infanzia fu segnata da una malattia che lo costrinse a lunghi periodi a letto, influenzando profondamente la sua formazione e i suoi interessi. Nonostante le difficoltà, Luigi sviluppò una passione per l'arte, la zoologia e la meccanica, campi nei quali avrebbe lasciato un segno distintivo. La formazione artistica di Luigi Selvatico non seguì i canoni tradizionali. A causa delle sue condizioni di salute, non poté frequentare regolarmente la scuola, ricevendo invece un'istruzione privata dal padre per gli studi umanistici e dallo zio ingegnere per quelli scientifici. Questo background eclettico influenzò profondamente il suo approccio all'arte, caratterizzato da una forte attenzione al realismo fotografico e ai soggetti legati alla meccanica. Luigi iniziò a dipingere dedicandosi inizialmente alla riproduzione di elementi meccanici, testimoniando così la sua passione per gli studi scientifici. Il suo esordio artistico avvenne alla Triennale di Torino del 1896 con il dipinto "In laboratorio", che evidenziava già la sua inclinazione verso una rappresentazione realistica e dettagliata. Questo interesse per il realismo e per i soggetti scientifici non lo distolse, tuttavia, dall'esplorare altri temi. Nel corso della sua carriera, Selvatico si dedicò anche alla narrazione verista della quotidianità veneziana, ritraendo con predilezione gli angoli meno conosciuti e più autentici della città, lontani dai luoghi comuni e dalle rappresentazioni idealizzate. La sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 1897 segnò l'inizio di una lunga e fruttuosa relazione con questa importante manifestazione artistica, voluta fortemente anche da suo padre Riccardo, uno dei fondatori. Luigi Selvatico espose in numerose edizioni della Biennale, ricevendo apprezzamenti per la sua capacità di catturare l'essenza della Venezia più intima e quotidiana attraverso i suoi dipinti. Oltre alla pittura, Luigi Selvatico si dedicò anche all'incisione, tecnica che amava particolarmente e che praticò accanto alla pittura, sua principale vocazione. La sua produzione artistica si caratterizzò per una grande varietà di soggetti, che spaziavano dalla meccanica alla zoologia, fino alla rappresentazione della vita quotidiana veneziana. Questa ecletticità testimonia la sua curiosità intellettuale e la sua capacità di esplorare diversi ambiti del sapere e dell'arte. Nel corso degli anni Venti, Luigi Selvatico alternò la permanenza a Venezia a lunghi soggiorni a Roncade, nel Trevigiano, dove si era ormai ritirato. Morì a Roncade il 17 luglio 1938, lasciando un'eredità artistica di grande valore. La sua opera fu riconosciuta e apprezzata anche dopo la sua morte, come dimostra la sala retrospettiva a lui dedicata dal Sindacato artisti trevigiani nel 1942, composta da 12 opere tra dipinti e litografie. Luigi Selvatico è ricordato come un artista profondamente legato alla sua città natale, Venezia, che seppe ritrarre con uno sguardo intimo e personale, lontano dalle rappresentazioni stereotipate. La sua attenzione al dettaglio, la passione per il realismo e l'interesse per temi scientifici e meccanici lo distinguono come una figura unica nel panorama artistico italiano di fine Ottocento e inizio Novecento. La sua eredità continua a essere esplorata e valorizzata, testimoniando l'importanza e l'attualità del suo contributo all'arte italiana.
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