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Amedeo Simonetti, noto anche con il soprannome di Momo, fu un pittore italiano nato a Genova l'8 aprile 1874 e deceduto a Roma il 22 aprile 1922. La sua vita artistica si svolse principalmente tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, un periodo di grande fermento culturale in Italia e in Europa. Simonetti crebbe in un ambiente familiare che favorì il suo interesse per l'arte. Fu ispirato in particolare dai suoi zii, Ettore Simonetti, un pittore orientalista di rilievo, e Attilio Simonetti, che aveva lavorato con il noto artista spagnolo Mariano Fortuny. Queste influenze familiari furono decisive per la formazione artistica di Amedeo, che iniziò a dipingere sotto la guida dello zio Ettore prima di iscriversi all'Accademia di Belle Arti di Roma. Qui studiò con Giovanni Costantini, detto "Il Grillo", un artista specializzato in scene storiche e di genere. La carriera artistica di Simonetti prese avvio con la rappresentazione della campagna nei dintorni di Prati, un'area vicino a Roma che stava subendo un rapido processo di urbanizzazione. Questi paesaggi iniziali riflettevano un interesse per la natura e per i cambiamenti che stavano interessando il territorio italiano. Tuttavia, fu l'influenza dello zio Ettore e di Costantini a spingerlo verso la produzione di scene orientaliste e di opere di genere che ritraevano figure del XVIII secolo, come cortigiani, moschettieri e funzionari ecclesiastici, in ambientazioni sfarzose. Nel 1919, Simonetti fu invitato da Onorato Carlandi a unirsi al gruppo artistico "XXV della campagna romana", un'associazione che promuoveva la libera espressione artistica e l'interazione sociale tra i membri. Questo gruppo divenne un importante punto di riferimento per la vita artistica di Simonetti, che vi coinvolse anche suo figlio Virgilio. Simonetti partecipò a numerose mostre, tra cui quelle organizzate dall'Associazione degli Acquarellisti romani, e ottenne riconoscimenti significativi esponendo le sue opere alla Biennale di Venezia nel 1904 e nel 1908, nonché all'Esposizione Internazionale di Milano nel 1906. Le sue opere furono apprezzate per la loro capacità di catturare l'essenza della vita quotidiana e per la loro raffinatezza tecnica, in particolare nell'uso dell'acquarello. Il Museo di Roma in Trastevere ospita alcune delle sue opere, che si inseriscono in una tradizione artistica locale e che raccontano la città di Roma e la campagna romana attraverso gli occhi di artisti italiani e stranieri. Simonetti è ricordato per le sue vedute di Roma, che offrono uno spaccato unico della città e dei suoi dintorni, catturando l'atmosfera e l'architettura in modo pittoresco e romantico. La sua produzione artistica non si limitò alle scene orientaliste e di genere, ma comprendeva anche marine, studi di paesaggio e lavori di piccole dimensioni. Simonetti era noto per il suo temperamento critico e per la severità con cui giudicava il proprio lavoro, il che lo portò a esporre raramente. Tuttavia, la sua arte era molto apprezzata dai collezionisti privati e alcune delle sue opere più note includono "Tristezza invernale", "Ultimi raggi sul Tevere" e "Capanno sulla via Flaminia". La morte di Amedeo Simonetti avvenne improvvisamente nel 1922, proprio mentre stava guadagnando un riconoscimento più ampio grazie al successo delle sue opere in una mostra personale a Londra e alla Mostra degli "Amatori e Cultori" di Roma. La sua scomparsa prematura privò il mondo dell'arte di un talento in piena maturazione e di un artista che aveva saputo interpretare con sensibilità e maestria la realtà del suo tempo.
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