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Carlo Costantino Tagliabue, nato a Bresso (Milano) nel 1880 e deceduto a Milano nel 1960, è stato un pittore italiano che ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama artistico del suo tempo. La sua formazione artistica iniziò nelle Scuole di decorazione di Milano, dove apprese le basi del disegno, per poi evolversi attraverso un percorso che lo vide dapprima decoratore e successivamente copista nelle varie pinacoteche e gallerie. Questa fase della sua carriera gli permise di studiare e riprodurre le opere dei maestri dell'antichità, un'esperienza che influenzò profondamente il suo stile e la sua tecnica. Dopo queste esperienze formative, Tagliabue decise di dedicarsi esclusivamente al paesaggio e alle marine, generi che divennero i leitmotiv della sua produzione artistica. Esordì alla Permanente milanese nel 1905, dando inizio a una carriera costellata da frequenti partecipazioni alle Biennali di Brera e ad altre esposizioni nazionali. La sua predilezione per il paesaggio di montagna, reso con una tendenza segantiniana, gli valse il riconoscimento e l'apprezzamento del pubblico e della critica. Due dei suoi lavori di questo genere furono acquistati dalla Banca Commerciale Italiana, mentre alcune delle sue marine, tra cui "La mareggiata", furono acquistate dal Re. La tecnica pittorica di Tagliabue era caratterizzata da un'ampia inquadratura che abbracciava vaste porzioni di spazio, permettendogli di esprimere la sua capacità di sfruttare i valori tonali del colore. La sua organizzazione spaziale della scena veniva ottenuta tramite graduali passaggi cromatici che definivano gli oggetti in lontananza, integrando tutto perfettamente nell'atmosfera tersa e soleggiata. Utilizzava una stesura a piccoli tocchi, praticamente divisionista, che lasciava all'occhio dell'osservatore il compito di ricomporre l'immagine. Tagliabue fu un pittore divisionista, prevalentemente autore di paesaggi e di marine. Frequentò delle scuole di design a Milano e lavorò come decoratore specializzato in affreschi e tempera. Da autodidatta si perfezionò infine negli studi di modelli antichi. A partire dal 1903 si dedicò quasi esclusivamente alla pittura di paesaggi e di marine, ma si occupò anche di soggetti religiosi. Nel corso della sua carriera, Tagliabue si avvicinò al Divisionismo, una corrente artistica che si caratterizza per l'uso di piccoli tocchi di colore puro che, visti da lontano, si fondono nell'occhio dell'osservatore, creando un effetto di luce e colore vibrante. Questo approccio si rifletteva nelle sue opere, in cui la natura si arricchiva di significati simbolici e la rappresentazione del paesaggio diventava occasione per esplorare le variazioni della luce e dell'atmosfera. Negli anni che precedono la sua partecipazione alla prima guerra mondiale, Tagliabue esercitò prevalentemente il mestiere di decoratore, intervenendo con affreschi in importanti edifici religiosi e civili. Dopo il conflitto, si dedicò con continuità alla pittura da cavalletto, prediligendo la suggestione luministica delle visioni notturne, plenilunari o dominate dalla neve di paesaggi montani, oltre a panorami lombardi e mareggiate della Liguria. Le sue opere, segnate dall'ossequio per il paesismo ottocentesco lombardo e talvolta influenzate dal Divisionismo, trovarono esposizione in molteplici mostre personali e collettive, consolidando la sua reputazione sia in Italia che all'estero. Molte delle sue opere sono conservate in collezioni private internazionali, testimonianza del suo discreto successo presso i collezionisti. Carlo Costantino Tagliabue rimane una figura di spicco nella storia dell'arte italiana, un artista che ha saputo interpretare e trasformare i paesaggi e le marine attraverso la sua sensibilità e la sua tecnica raffinata, lasciando un'eredità artistica di grande valore.
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