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Matteo Tassi, nato il 6 ottobre 1831, è stato un pittore italiano rinomato per i suoi affreschi decorativi e i lavori di restauro. La sua vita e la sua arte sono state segnate da un profondo legame con la sua terra natale, l'Umbria, e da un impegno costante nell'esplorazione e nella raffigurazione del paesaggio e del patrimonio culturale italiano. Tassi nacque ad Assisi, o secondo alcune fonti a Perugia, in una famiglia di cui poco si sa, tranne che fu iscritto dal padre al collegio della Sapienza a Perugia all'età di dieci anni. Qui iniziò i suoi studi in pittura e disegno, che proseguì presso l'Accademia di belle arti sotto la guida di Silvestro Valeri. La sua formazione artistica si arricchì ulteriormente grazie agli studi a Roma, dove fu ammesso all'Accademia di San Luca e studiò prospettiva e decorazione con Annibale Angelini, e ornato e decorazione con Alessandro Mantovani. Durante i suoi anni a Roma, Tassi collaborò con Mantovani nel 1856 al restauro delle fresche della Loggia Vaticana, un'esperienza che segnò l'inizio della sua carriera nel campo del restauro e della decorazione. Dopo un periodo a Firenze, dove frequentò la scuola di pittura di paesaggio dei fratelli Andrea e Carlo Markò, Tassi tornò a Perugia, dove si stabilì definitivamente e dove la maggior parte della sua opera fu realizzata. Tra i suoi lavori più significativi, si ricordano le decorazioni realizzate in varie città italiane, tra cui Civitavecchia, L'Aquila, e nei teatri comunali di Todi e Pesaro. Nel 1876, ottenne una commissione per affrescare una terza Loggia Vaticana, dove rappresentò vedute di Roma. Tassi si dedicò anche alla decorazione di interni, come dimostra il suo lavoro nel palazzo del Principe di Monaco tra il 1880 e il 1882, dove decorò la sala da pranzo, il salotto e un salone antico. A Perugia, la sua città, Tassi lasciò un'impronta indelebile. Lavorò in edifici significativi come la Cassa di Risparmio di Gallenga, la stazione ferroviaria e la chiesa di San Costanzo, quest'ultima completata in stile bizantino. Inoltre, dipinse i soffitti di due caffè storici, il Baduel e il Caffè Melinelli, e si occupò del restauro degli affreschi del Palazzo del Popolo. Oltre ai suoi lavori di decorazione e restauro, Tassi fu anche un apprezzato paesaggista e interprete delle storie di Dante, come dimostrano i suoi dipinti esposti in varie esposizioni a Firenze, Genova, Milano e Torino. La sua abilità nel catturare la bellezza del paesaggio umbro e italiano è evidente nelle sue opere, che spesso presentano vedute idilliache e scenari naturali. Matteo Tassi morì a Perugia nel 1895, lasciando un'eredità artistica di grande valore. La sua opera, caratterizzata da un profondo senso del colore e da una raffinata tecnica decorativa, continua a essere studiata e ammirata. Tassi non fu solo un artista di talento, ma anche un testimone attento e sensibile del suo tempo, capace di trasmettere attraverso la sua arte la bellezza e la complessità del paesaggio e della cultura italiani.
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