La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Gioacchino Toma ( Galatina 1836 - Naples 1891). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Gioacchino Toma fu un pittore e patriota italiano, nato il 24 gennaio 1836 a Galatina, in Terra d'Otranto, da una famiglia benestante. Suo padre, Pietro Toma, era un medico rispettato, e sua madre, Petrina Strati, morì quando Gioacchino aveva solo otto anni, lasciandolo orfano insieme al fratello minore. Questi eventi segnarono profondamente la sua infanzia e adolescenza, che furono caratterizzate da difficoltà e solitudine. Dopo la morte dei genitori, Toma fu affidato a un zio paterno, ma i rapporti con la famiglia si rivelarono conflittuali. A dieci anni, fu inviato in un convento e successivamente all'Ospizio dei Poveri di Giovinazzo, dove ricevette i primi rudimenti di istruzione e apprese le basi del disegno. Questa esperienza fu fondamentale per il suo sviluppo artistico, nonostante le condizioni di vita difficili. A diciotto anni, Toma decise di fuggire dall'ospizio e di recarsi a Napoli, dove sperava di poter coltivare il suo talento artistico. A Napoli, lavorò come garzone presso ornamentisti e decoratori, e in seguito come pittore ornamentale. Durante questo periodo, fu erroneamente accusato di cospirazione antiborbonica e fu confinato a Piedimonte d'Alife per diciotto mesi. Nonostante le avversità, continuò a dipingere, realizzando opere di soggetto religioso per sopravvivere. Nel 1853, Toma espose il dipinto "Erminia del Tasso" in una mostra, ma la sua carriera artistica subì un'interruzione a causa dell'arresto e del coinvolgimento nei moti di indipendenza anti-borbonica. Nel 1860, combatté al fianco di Garibaldi e divenne membro della Legione dei Garibaldini. Questa esperienza influenzò profondamente la sua arte, spingendolo ad abbandonare la pittura accademica e a narrare la realtà circostante. Dopo un periodo di confinamento a Caserta, Toma tornò a Napoli nel 1861 e si dedicò alle nature morte. Ottenne una commissione importante realizzando il quadro "Emilia tra i pastori", che fu acquistato dalla casa reale. Dal 1867 in poi, la sua fama crebbe grazie a opere come "Un esame rigoroso al Sant'Uffizio" e "Luisa Sanfelice in carcere". Toma lavorò anche come ornamentista e passò da soggetti che ritraggono l'infanzia a ideali politici, paesaggi marini e ritratti. Nel 1878, Toma divenne professore di disegno all'Accademia di Napoli, dove insegnò fino alla sua morte nel 1891. Durante gli ultimi anni della sua vita, produsse numerosi ritratti e studi paesaggistici. La sua produzione artistica è caratterizzata da un realismo verista, con una luce soffusa che infonde tranquillità e malinconia ai suoi quadri. Toma è noto come il "pittore del grigio" per il tratto malinconico che permea le sue opere. Toma pubblicò anche collezioni di disegni per la produzione di merletti, premiate con la medaglia d'argento all'Esposizione Generale Italiana di Torino nel 1884, e un testo di disegno elementare che includeva una raccolta di disegni di piante e altri soggetti in venti tavole. Verso la fine della sua vita, scrisse la sua autobiografia, "Ricordi di un orfano", in cui raccontava la sua difficile infanzia, la tenacia, il desiderio di redenzione e il suo impegno civile e politico. Tra le altre opere di Gioacchino Toma si ricordano "Un torturato dall'inquisizione", "Messa in casa", "L'onomastico della maestra", "La confessione del prete", "La ruota dei trovatelli", "Il bacio della nonna", "Il denaro di San Pietro", "Le due madri", "Convalescenza", "La lettura in convento", "Viatico dell'orfana", "Crocifissione tra le anime purganti" e "I figli del popolo". Toma morì a Napoli il 12 gennaio 1891, lasciando un'eredità artistica significativa e un'impronta indelebile nella storia dell'arte italiana dell'Ottocento.
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