La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Giuseppe Tominz ( Gorizia 1790 - Gradiscutta in Val Vipacco 1866). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
La Galleria d'arte Ponti seleziona e tratta i migliori quadri dell'artista. Su richiesta forniamo stime e valutazioni gratuite, comunichiamo i prezzi, le quotazioni e i valori attuali di mercato. Acquistiamo opere in tutta Italia
Se siete interessati a COMPRARE o VENDERE opere dell’artista, contattateci subito. Se desiderate vendere o ricevere una valutazione delle opere: Inviateci una foto frontale del quadro, una del retro e una della firma. Indicateci inoltre le dimensioni dell’opera. Informateci sulla provenienza d’acquisto dell’opera e su ogni genere di documentazione disponibile (ricevute d’acquisto, certificati di autenticità, pubblicazioni). Un nostro operatore vi risponderà in giornata. Garantiamo massima riservatezza ed estrema professionalità. Potete inviare le foto tramite WHATSAPP TRAMITE MAIL[email protected]
Tel. (+39) 066871425
un nostro esperto vi risponderà in giornata.
Se invece desiderate acquistare opere del pittore: Contattateci e segnalateci la vostra richiesta. Vi informeremo sulle opere disponibili. Offriamo anche la possibilità di iscrivervi alla nostra NEWSLETTER, tramite la quale sarete informati all’inizio di ogni mese sulle ultime acquisizioni della Galleria d’arte.
RISPOSTE IMMEDIATE – TRATTATIVE RISERVATE
La rapidità della transazione e l'immediatezza del pagamento rappresentano da sempre i nostri punti di forza.
Giuseppe Tominz, nato a Gorizia il 6 luglio 1790 e deceduto a Gradiscutta il 24 aprile 1866, è stato un pittore italiano di fama internazionale, riconosciuto come uno dei massimi ritrattisti dell'area goriziano-triestina dell'Ottocento. Figlio di Ivano Tominz, un commerciante di ferramenta, e Maria Anna Giacchini, perse la madre in tenera età e lasciò la casa paterna dopo il secondo matrimonio del padre nel 1803. La sua formazione artistica iniziò nel seminario, dove apprese le basi della pittura dal concittadino Carlo Kebar. La svolta nella vita di Tominz avvenne nel 1808, quando l'arciduchessa Marianna d'Austria, sorella dell'imperatore Francesco I, notò il suo talento e lo inviò a Roma per perfezionarsi presso la bottega di Domenico Conti Bazzani, un artista mantovano residente nella città papale. A Roma, Tominz ebbe l'opportunità di entrare in contatto con grandi pittori del tempo, come Francesco Hayez e Ingres, e di apprendere le tecniche dell'incisione da Bartolomeo Pinelli. Durante questo periodo, realizzò opere come "La venere e cupido", "La lettrice" e uno "Studio di apostolo", che gli valsero premi e riconoscimenti da parte del mondo accademico capitolino. Dopo il matrimonio con una cameriera romana e la nascita del primo figlio Augusto nel 1818, Tominz tornò a Gorizia nel 1819, dove nacque il secondogenito Raimondo nel 1822. La notorietà acquisita a Roma gli permise di ottenere numerose e importanti commesse nella sua città natale, sia da parte delle gerarchie ecclesiastiche locali che civili. Tra i suoi lavori più ammirati, vi furono pale d'altare per la cappella di San Carlo e per la cattedrale di Gorizia, nonché ritratti di note famiglie goriziane e due effigie dell'imperatore commissionate dal Tribunale civico di Gorizia e dal Tribunale commerciale di Trieste. Tominz fu particolarmente attivo a Trieste, dove visse e lavorò tra il 1830 e il 1855, prima di trasferirsi nuovamente a Gorizia. Durante la sua carriera, espose le sue opere e dipinse ritratti di nobili, membri della borghesia, dignitari religiosi e partecipanti al Congresso di Laibach. La sua arte si caratterizzò per l'assorbimento della lezione neoclassica durante i suoi anni giovanili a Roma, che in seguito si arricchì di suggestioni romantiche, pur mantenendo un'impronta neoclassica. Tominz fu un fine psicologo e maestro nell'impiego della luce e nella tecnica del chiaroscuro, riuscendo a mettere in evidenza i tratti salienti della personalità dei suoi modelli. Dopo il 1850, una progressiva diminuzione della vista compromise la qualità delle sue opere. Tominz si fece aiutare sempre più dal figlio Augusto, anch'egli pittore, ma meno dotato del padre. I ritratti divennero meno espressivi, le committenze diminuirono e Tominz fu costretto ad aprire uno studio fotografico per mantenere il tenore di vita a cui era abituato. Nonostante la sua fama come ritrattista, Tominz non trascurò altri generi pittorici, come dimostra il suo "Autoritratto accovacciato e ridente", un'opera anticonformista e provocatoria che rifletteva la sua reazione ad un mestiere che lo obbligava a camuffare la realtà. Questo dipinto, insieme ad altri ritratti della seconda metà degli anni Trenta, mostra la ricerca dell'artista di un'efficace rappresentazione della realtà e di un illusionismo assoluto. Giuseppe Tominz morì a Gradiscutta nel 1866, lasciando un'eredità artistica di grande valore, testimoniata dalle sue opere conservate in musei e collezioni private. La sua influenza si estese anche ai pittori sloveni dell'epoca, come Matevž Langus e Mihael Stroj, e il suo stile fu oggetto di studio e ammirazione per le generazioni future.
CARLA ACCARDI
FRANCO ANGELI
GIACOMO BALLA
ALIGHIERO BOETTI
AGOSTINO BONALUMI
ANTONIO BUENO
ENRICO CASTELLANI
GIORGIO DE CHIRICO
FORTUNATO DEPERO
PIERO DORAZIO
TANO FESTA
GIOSETTA FIORONI
LUCIO FONTANA
PINOT GALLIZIO
RENATO MAMBOR
ACHILLE PERILLI
MICHELANGELO PISTOLETTO
ARNALDO POMODORO
MARIO SCHIFANO
GIULIO TURCATO