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Elihu Vedder è stato un pittore, illustratore e poeta simbolista americano, nato il 26 febbraio 1836 a New York City. La sua vita e la sua opera si estendono attraverso un periodo di profonde trasformazioni culturali e artistiche, rendendolo una figura emblematica dell'arte simbolista e pre-raffaellita americana ed europea. Vedder nacque in una famiglia di origini olandesi, figlio di Dr. Elihu Vedder Sr. e Elizabeth Vedder, che erano cugini. La decisione del padre, un dentista, di trasferirsi a Cuba per lavoro ebbe un impatto significativo sulla sua infanzia, dividendo il suo tempo tra la casa del nonno materno Alexander Vedder a Schenectady e una scuola di collegio. Nonostante le resistenze iniziali del padre, la madre di Vedder sostenne fermamente le sue aspirazioni artistiche. La formazione artistica di Vedder iniziò a New York con Tompkins H. Matteson, proseguendo poi a Parigi con François-Édouard Picot. Tuttavia, fu il suo soggiorno in Italia, iniziato nel 1858, a segnare profondamente la sua visione artistica. Lì, Vedder si legò emotivamente al pittore Giovanni Costa e fu influenzato non solo dal Rinascimento italiano ma anche dai pittori moderni Macchiaioli e dal paesaggio italiano vivente. Durante la Guerra Civile Americana, Vedder tornò negli Stati Uniti, dove si guadagnò da vivere con illustrazioni commerciali, partecipando al tempo stesso al gruppo bohémien del caffè 'Pfaff's'. In questo periodo creò alcune delle sue opere più memorabili, caratterizzate da immagini romantiche e spesso influenzate dall'Orientalismo, come "The Roc's Egg", "The Fisherman and the Genii" e "Lair of the Sea Serpent". Vedder strinse amicizia con figure chiave della cultura americana come Walt Whitman, Herman Melville e William Morris Hunt, diventando membro dell'American Academy of Arts and Letters nel 1865. Dopo la guerra, scelse di stabilirsi definitivamente in Italia, sposando Caroline Rosekrans il 13 luglio 1869 a Glen Falls, New York. La coppia ebbe quattro figli, di cui solo due sopravvissero. La fama di Vedder è legata soprattutto alle sue cinquantacinque illustrazioni per la traduzione di Edward FitzGerald del "Rubaiyat" di Omar Khayyam, pubblicata da Houghton Mifflin. Quest'opera, ben adatta al suo stile immaginifico, consolidò la sua reputazione come artista visionario e simbolista. Oltre a queste illustrazioni, Vedder realizzò importanti opere murali, tra cui una grande lunetta murale, "Rome", per la Walker Gallery del Bowdoin College e cinque dipinti murali e un mosaico per la Biblioteca del Congresso. Nel corso della sua vita, Vedder pubblicò anche un libro, "Doubt and Other Things", poco prima della sua morte, avvenuta il 29 gennaio 1923 a Roma, Italia. La sua eredità artistica è testimoniata non solo dalle sue opere ma anche dalla sua autobiografia, "The Digressions of V", pubblicata nel 1910, che offre uno sguardo intimo sulla sua vita e sul suo pensiero. Vedder fu influenzato da vari movimenti artistici, tra cui il Romanticismo, il Simbolismo e il Pre-Raffaellitismo, e mantenne legami con la cultura e l'arte europee, visitando frequentemente l'Inghilterra e subendo l'influenza dei Preraffaelliti e dei mistici inglesi e irlandesi come William Blake e William Butler Yeats. Contribuì alla fondazione del gruppo "In Arte Libertas" in Italia e ricevette commissioni da Tiffany per progettare vetrate, mosaici e statuette. Nonostante i frequenti ritorni negli Stati Uniti, Vedder visse principalmente in Italia dal 1906 fino alla sua morte, trovando nella penisola non solo un rifugio artistico ma anche un luogo di ispirazione costante. È sepolto nel Cimitero Protestante di Roma, lasciando dietro di sé un'eredità artistica che continua a influenzare e affascinare.
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