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Achille Vertunni, nato a Napoli nel marzo del 1826 e deceduto nel 1897, è stato un pittore italiano la cui vita e opera si intrecciano strettamente con la storia e l'evoluzione del paesaggio artistico del XIX secolo. Proveniente da una famiglia nobile napoletana, Vertunni si trovò inizialmente indirizzato verso studi legali e architettonici, conformemente ai desideri della sua famiglia. Tuttavia, la sua passione per le arti visive lo portò a deviare da questo percorso prestabilito, causando una frattura con il padre che non vedeva di buon occhio la carriera artistica del figlio. Nonostante le difficoltà iniziali, Vertunni perseguì la sua passione iscrivendosi all'Accademia di Belle Arti di Napoli, dove studiò sotto la guida di maestri del calibro di Salvatore Fergola e Giuseppe Bonolis. La sua formazione si arricchì ulteriormente grazie all'influenza di Gabriele Smargiassi, che lo introdusse al paesaggismo, genere che avrebbe poi dominato gran parte della sua produzione artistica. La svolta nella carriera di Vertunni avvenne nel 1851, quando partecipò al concorso annuale dell'Accademia di Belle Arti di Napoli. Sebbene i giudici non riuscissero a concordare su un unico vincitore per il primo premio, Vertunni e il suo collega Filippo Palizzi furono entrambi premiati con una medaglia d'argento. Questo riconoscimento gli permise di ricevere uno stipendio per studiare a Roma, dove si trasferì nel 1853, dando inizio a una fase cruciale della sua carriera. A Roma, Vertunni si dedicò alla pittura di paesaggio, interpretando con sensibilità e maestria la campagna romana. La sua opera si caratterizzò per la capacità di catturare la luce e l'atmosfera dei luoghi rappresentati, spesso animati da figure umane e animali che conferivano vivacità e profondità alle sue composizioni. Tra le sue opere più note si annoverano "Paludi Pontine", "La Torre d'Astura", e "Il rapimento di una donna di Capri da parte di corsari tunisini", che testimoniano la sua abilità nel combinare elementi storici e naturalistici. La fama di Vertunni crebbe rapidamente, e i suoi dipinti furono esposti e apprezzati in importanti mostre internazionali, tra cui quelle di Vienna, Parigi e Roma. I suoi viaggi, in particolare quello in Egitto negli anni Settanta del XIX secolo, arricchirono ulteriormente il suo repertorio con opere di soggetto orientalista che catturarono l'attenzione di collezionisti e critici. La vita di Vertunni fu intensa anche sul piano personale: sposato, ebbe tredici figli e il suo atelier in Via Margutta a Roma divenne un punto di riferimento culturale per artisti, nobili e mecenati provenienti da tutta Europa. Tuttavia, la sua salute fu compromessa dall'uso costante di pigmenti a base di piombo, che lo portarono a soffrire di una progressiva paralisi negli ultimi venti anni della sua vita. Nonostante le difficoltà, Vertunni non cessò mai di dipingere, lasciando un'eredità artistica di grande valore. Fu nominato Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia e professore onorario presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli e l'Accademia di Brera a Milano. La sua opera continua a essere studiata e ammirata per la sua capacità di trasmettere la bellezza e l'emozione dei paesaggi italiani, rendendo Achille Vertunni una figura di spicco nella storia dell'arte del XIX secolo.
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