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Giovanni Zangrando, nato a Trieste nel 1867 e deceduto nella stessa città il 16 settembre 1941, è stato un pittore italiano la cui vita e opera si intrecciano strettamente con la storia e la cultura della sua città natale, Trieste, e con le correnti artistiche europee di fine Ottocento e inizio Novecento. La sua formazione artistica iniziò all'Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1884, dove fu allievo di Luigi Cadorin e Pompeo Marino Molmenti. Successivamente, dal 1889, proseguì i suoi studi all'Accademia di Monaco di Baviera, sotto la guida di insegnanti del calibro di Raab, Wagner e Gysis, che contribuirono a plasmare il suo stile e la sua visione artistica. Nel 1893, Zangrando si distinse vincendo il concorso Rittmayer con l'opera "Triste maternità", che gli permise di trascorrere due anni a Roma grazie a un pensionato. Durante questo periodo, strinse amicizia con Antonio Mancini, un altro importante pittore italiano, e si immerse nella vivace scena artistica romana. Al suo ritorno a Trieste nel 1895, aprì uno studio e iniziò a partecipare attivamente alle esposizioni del Circolo Artistico locale. Nel 1905, insieme a Guido Grimani, fondò una scuola di pittura che rimase attiva fino al 1914, contribuendo significativamente alla formazione di una nuova generazione di artisti triestini. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Zangrando si trasferì a Firenze, per poi fare ritorno a Trieste solo alla fine del 1919. Durante la sua carriera, espose le sue opere in numerose città europee, tra cui Monaco di Baviera, Berlino, Vienna, Budapest, Arezzo e Torino, e partecipò all'Esposizione Internazionale di Venezia del 1907. La sua produzione artistica fu apprezzata per la vivace piacevolezza cromatica, la precisione del disegno e la capacità di catturare l'essenza dei suoi soggetti con sensibilità e maestria. Zangrando fu un artista poliedrico, che si dedicò sia al ritratto che al paesaggio, dimostrando una particolare predilezione per le scene di vita quotidiana e gli angoli caratteristici di Trieste. La sua opera "Triste maternità" è emblematica del suo approccio umanistico e della sua capacità di esprimere profonde emozioni attraverso la pittura. Il suo stile, influenzato dalle esperienze formative a Venezia, Monaco e Roma, si caratterizzò per un'impronta impressionista, con una particolare attenzione alla luce e al colore. Dopo la guerra, Zangrando continuò a esporre le sue opere, contribuendo alla vita culturale di Trieste e mantenendo uno studio nella città fino alla sua morte nel 1941. La sua eredità artistica è testimoniata dalle numerose opere conservate in collezioni private e pubbliche, nonché dalla sua influenza sulla scena artistica triestina del primo Novecento. La vita e l'opera di Giovanni Zangrando riflettono l'evoluzione dell'arte italiana in un periodo di grandi trasformazioni culturali e sociali. Attraverso la sua arte, Zangrando ha saputo catturare l'essenza della sua epoca e del suo ambiente, lasciando un'impronta indelebile nella storia dell'arte italiana. La sua capacità di sintetizzare le influenze artistiche europee con la specificità del contesto triestino ha reso la sua opera un punto di riferimento importante per lo studio dell'arte italiana di fine Ottocento e inizio Novecento.
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