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Arturo Zanieri fu un pittore italiano nato a Firenze il 7 marzo 1870. La sua formazione artistica iniziò nel 1885 quando entrò nello studio del pittore fiorentino Niccolò Cecconi, noto per le sue allegorie e ritratti. La sua educazione artistica proseguì all'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, dove fu allievo di Stefano Ussi e Lorenzo Gelati, che lo indirizzarono verso lo studio dei ritratti e del disegno del nudo. Zanieri si distinse per una pittura vigorosa di derivazione macchiaiola, un movimento artistico italiano che preludeva all'impressionismo. Nel 1890, Zanieri fece il suo esordio all'esposizione della Società Promotrice di Belle Arti di Firenze e continuò a partecipare alle edizioni successive. Durante questo periodo, frequentò il cenacolo artistico del Caffè Michelangiolo e fu tra i soci fondatori del Circolo Artistico di Firenze. La sua arte inizialmente si concentrò sul paesaggio e sul ritratto, ottenendo risultati notevoli in quest'ultimo. Tra i suoi ritratti più significativi si ricordano quelli di Lorenzo Gelati, degli scultori Bertelli, Morganti e Romanelli, della signora Isolina Nelli e di Paolo Lasinio. L'influenza del pittore Stefano Ussi, che aveva portato a Firenze il fascino del mondo arabo, spinse Zanieri a viaggiare in Egitto nel 1906. Qui, la sua abilità nel ritratto gli guadagnò rapidamente una reputazione di prestigio, diventando il ritrattista più ricercato del paese. Tra i suoi ritratti egiziani più noti ci sono quelli di madama Gorra, del banchiere E. Suarez, del critico d'arte Henri Bergasse e di madame Gireaud. La bellezza e l'esotismo dell'Oriente lo ispirarono anche nella realizzazione di paesaggi. Nel 1911, Zanieri fu nominato direttore della Scuola di Belle Arti del Cairo, e durante il suo soggiorno in Egitto divenne il ritrattista di Abbas Hilmi, khédivè d'Egitto, e di altri notabili di corte. Questo periodo della sua vita fu caratterizzato da un'intensa attività artistica, durante la quale produsse numerosi ritratti e paesaggi orientalisti, genere che divenne una delle sue specializzazioni. Dopo trentacinque anni in Egitto, nel 1938 Zanieri lasciò definitivamente il paese per trasferirsi a Maccagno Superiore, sul Lago Maggiore. Qui continuò a dipingere, donando alla Chiesa della frazione di Veddo un dipinto di San Carlo Borromeo in preghiera. Durante il suo soggiorno a Genova, conobbe il "cultore d'arte" Mario Garbellini e il pittore Piero Garbellini, con i quali mantenne un profondo rapporto amicale. Nel 1942, su commissione della Repubblica di San Marino, eseguì il Ritratto di Garibaldi. La sua prima mostra personale si tenne al Circolo della Stampa di Genova nel 1933, dove espose soggetti orientalisti che riscossero grande apprezzamento sia dal collezionismo ligure che da un pubblico più ampio. Arturo Zanieri morì a Maccagno nel 1955, lasciando un'eredità artistica significativa che comprende ritratti, paesaggi, nature morte e soggetti orientali. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre e sono ricercate dai collezionisti. La sua tecnica pittorica ad olio su tela e su tavola è stata ammirata per la capacità di catturare l'essenza dei suoi soggetti con dignità e gusto di composizione. La sua arte è stata influenzata dalla corrente dell'orientalismo pittorico, che rifletteva la fascinazione dell'Occidente per le culture e i paesaggi dell'Oriente. La vita e l'opera di Arturo Zanieri sono state oggetto di studi e riconoscimenti postumi, con mostre dedicate e opere che continuano a essere presentate in aste d'arte. Il suo contributo all'arte italiana e alla corrente orientalista rimane un capitolo importante nella storia dell'arte del suo tempo.
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