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Vittorio Zecchin è stato un artista italiano di grande rilievo, nato il 21 maggio 1878 a Murano, un'isola della laguna di Venezia famosa per la sua secolare tradizione nella lavorazione del vetro. Figlio di Luigi Zecchin, un maestro vetraio, Vittorio crebbe in un ambiente che gli permise di familiarizzare fin da piccolo con l'arte vetraria, che avrebbe poi influenzato profondamente la sua produzione artistica. La sua formazione iniziò all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove studiò arte sotto la guida di Guglielmo Ciardi. Tuttavia, dopo cinque anni di studi, Zecchin attraversò una crisi emotiva che lo portò ad abbandonare il sogno di diventare artista. Inizialmente lavorò per il consiglio comunale e successivamente trovò impiego come operaio in una fornace di vetro, dove approfondì la sua conoscenza delle tecniche vetrarie di Murano. Nonostante il periodo di distacco dall'arte, la vocazione artistica di Zecchin si riaffacciò presto. Egli iniziò a frequentare le Biennali di Venezia, immergendosi nelle correnti artistiche europee del tempo. Fu particolarmente colpito dallo stile simbolista del pittore olandese-indonesiano Jan Toorop e dall'opera secessionista di Gustav Klimt, che vide esposta a Venezia nel 1910. Queste influenze si rifletteranno poi nelle sue opere, caratterizzate da un linguaggio pittorico personale e dall'uso di colori e forme ispirati alla tradizione vetraria di Murano. Nel 1909, Zecchin divenne parte del vivace ambiente artistico che ruotava attorno alla trasformazione del palazzo veneziano Ca' Pesaro in un museo d'arte moderna, finanziato dalla duchessa Felicita Bevilacqua La Masa. In questo contesto, Zecchin si immerse completamente nella sua carriera artistica, collaborando con artisti come Amedeo Modigliani, Umberto Boccioni e Teodoro Wolf Ferrari. Nel 1912, insieme a Wolf Ferrari, fondò il gruppo L'Arato, con l'obiettivo di integrare le pratiche artistiche di pittura e scultura nelle arti decorative, come la gioielleria, la produzione di mobili e i tessuti. Il 1914 segnò la creazione del suo dipinto più importante, "Le Mille e una notte", che esprimeva chiaramente il suo linguaggio pittorico personale, l'influenza di Klimt e gli smalti policromi del vetro di Murano. Tuttavia, già nel 1919, Zecchin si allontanò dalla pittura per dedicarsi ad altre forme d'arte, come arazzi e ricami, che espose alla mostra di Ca' Pesaro di quell'anno. Zecchin fu anche un innovatore nel campo del design del vetro, diventando una figura chiave nella conversazione tra artisti e designer italiani ispirati dalle avanguardie. Le sue creazioni in vetro, che evocavano allo stesso tempo l'antichità e il Rinascimento, attirarono l'attenzione di critici e clienti. Lavorò per importanti fornaci di vetro come Cappellin e Venini, e i suoi design contribuirono a rinnovare lo stile del vetro di Murano, allontanandosi dagli stili ornamentali pesanti che dominavano l'arte e il design di fine Ottocento e inizio Novecento. Dal 1934 fino alla sua morte nel 1947, Zecchin insegnò in diverse istituzioni veneziane, tra cui la "Scuola per l'Industria Vetaria" e la scuola per apprendisti "Abate Zanetti", dove tenne corsi sulla storia del vetro e del mosaico. La sua eredità artistica continua a essere celebrata e le sue opere sono ricercate dai collezionisti, come dimostrano le aste di pezzi di vetro a lui attribuiti. Vittorio Zecchin morì il 15 aprile 1947 a Murano, lasciando un'impronta indelebile nel mondo dell'arte e del design del vetro. La sua vita e il suo lavoro sono esempi della capacità di un artista di fondere tradizione e innovazione, creando opere che resistono al passare del tempo e continuano ad affascinare e ispirare.
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