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Francesco Zerilli, nato a Palermo il 16 dicembre 1793 e deceduto nella stessa città il 3 luglio 1837, è stato un pittore italiano che ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama artistico del periodo neoclassico, specializzandosi in particolare nella pittura di paesaggio. La sua vita, sebbene breve, è stata intensamente dedicata all'arte, testimoniando un talento eccezionale e una profonda sensibilità verso la natura e il paesaggio siciliano. La formazione artistica di Zerilli iniziò sotto la guida di Francesco Ognibene, da cui apprese i rudimenti del disegno. Successivamente, divenne allievo di Giuseppe Patania, un noto pittore accademico palermitano, con cui approfondì lo studio della pittura per circa tre anni. Questo periodo fu cruciale per la sua crescita artistica, poiché gli permise di distanziarsi dalle convenzioni del ritratto e dell'affresco di soggetto mitologico, per dedicarsi con passione al paesaggio, genere che avrebbe definito la sua intera carriera. Zerilli si distinse per la sua capacità di catturare la bellezza e l'essenza dei paesaggi siciliani, privilegiando la pittura figurativa e sperimentando nuove tecniche che gli permisero di ottenere colori più luminosi e una migliore resa prospettica. La sua produzione artistica fu quasi interamente composta da ampie vedute panoramiche, principalmente siciliane, caratterizzate da una minuziosa descrizione del paesaggio e dall'uso di un cromatismo dalle tonalità molto luminose. Il suo talento fu riconosciuto e apprezzato sia dalla critica che dalla committenza, composta da nobili siciliani, turisti in cerca di souvenir e importanti committenti stranieri, quali l'imperatore d'Austria e il duca di Buckingham. Le sue opere incontrarono immediatamente il favore del pubblico, grazie alla precisione del pennello, all'intelligenza della prospettiva e al gioco della luce e delle ombre. Zerilli fu anche un apprezzato incisore e, sebbene la sua vita fosse segnata da una prematura scomparsa a causa dell'epidemia di colera del 1837, la sua opera rimane un fondamentale preludio nell'evoluzione della pittura di paesaggio in pieno Ottocento. La sua capacità di rappresentare un quieto equilibrio tra natura e civiltà, sospeso in un'atmosfera rarefatta, gli ha garantito un posto di rilievo nella storia dell'arte. La finezza narrativa e il rigore topografico contraddistinguono lo stile di Zerilli, che per rappresentare le città di Palermo, Siracusa, Catania, Messina e Napoli sperimentò svariati e nuovi punti di ripresa. Questo specifico approccio nella raffigurazione del paesaggio gli permise di indagare anche più volte lo stesso scorcio, esaltandone le piccole differenze dovute alle alterazioni luministiche. Le sue opere, esposte in numerose mostre e collezioni, continuano a riscuotere successo e ammirazione, testimoniando la sua abilità nel trasmettere la bellezza del paesaggio siciliano attraverso la pittura. Francesco Zerilli, con la sua dedizione all'arte e il suo inconfondibile stile, rimane una figura emblematica del vedutismo siciliano del primo XIX secolo, un artista che ha saputo raccontare la Sicilia e i suoi paesaggi con una voce unica e inimitabile.
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