La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Filippo Albacini ( Roma 1777 - 1858 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Filippo Albacini, nato a Roma il 14 febbraio 1777 e deceduto nella stessa città il 17 febbraio 1858, è stato uno scultore italiano che ha lasciato un'impronta significativa nell'arte neoclassica. Figlio di Carlo Albacini, un rinomato scultore e restauratore, Filippo crebbe in un ambiente ricco di stimoli artistici che influenzarono profondamente la sua formazione e la sua carriera. La sua educazione artistica iniziò sotto la guida del padre, da cui apprese le tecniche della scultura e del restauro. Questo apprendistato precoce gli permise di acquisire una solida base tecnica e una profonda conoscenza dei classici, elementi che caratterizzarono tutta la sua produzione artistica. Nonostante l'importante eredità paterna, Filippo seppe sviluppare un proprio stile, guardando anche alle opere di Antonio Canova, il più celebre scultore neoclassico dell'epoca, che esercitò su di lui un'influenza notevole. La carriera di Filippo Albacini prese una svolta significativa quando, grazie all'intercessione di Canova, fu accettato come accademico di merito presso l'Accademia di San Luca nel 1811. Questo riconoscimento non solo attestava il suo talento e la sua abilità artistica ma gli apriva anche le porte a commissioni di prestigio e a una rete di contatti influenti nel mondo dell'arte romano e internazionale. Nonostante la sua attività fosse prevalentemente concentrata nello studio paterno, dove collaborava alle opere del padre, Filippo Albacini realizzò anche opere autonome che rivelano la sua maestria nella scultura. Tra queste, si ricordano i busti di Leonardo da Vinci e del Correggio, eseguiti nel 1813 e conservati nella Protomoteca Capitolina a Roma. Queste opere dimostrano la sua capacità di catturare l'essenza dei soggetti ritratti con un realismo sorprendente, unito a una delicata idealizzazione tipica del neoclassicismo. Una delle sue opere più significative è senza dubbio la scultura "Achille morente", considerata il capolavoro della sua produzione. Quest'opera, che rappresenta il guerriero Achille nell'atto di morire, è caratterizzata da una potente monumentalità e da una perfezione anatomica che riflettono l'influenza di Canova. La scultura, iniziata negli anni '90 del Settecento e rimasta nello studio dell'artista fino alla sua morte, incarna l'ideale classico perseguito da Albacini e testimonia la sua abilità nel trasmettere intensità emotiva e nobiltà attraverso la forma scultorea. Filippo Albacini fu anche un abile restauratore, seguendo le orme del padre. La sua competenza in questo campo gli permise di intervenire su importanti opere d'arte, contribuendo alla conservazione del patrimonio artistico. La morte di Filippo Albacini nel 1858 segnò la fine di un'epoca per la scultura neoclassica romana. Lasciò in eredità un corpus di opere che, sebbene non vasto come quello di altri suoi contemporanei, è di grande valore per la qualità esecutiva e per l'aderenza ai principi del neoclassicismo. La sua figura, spesso oscurata da quella del padre e di Canova, merita di essere riscoperta e valorizzata per il contributo significativo che ha dato all'arte del suo tempo.