La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Antonio Allegretti ( Cuneo 1840 - Carrara 1918 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Antonio Allegretti fu uno scultore italiano di rilevante importanza nell'ambito dell'arte accademica di fine Ottocento. Nato il 17 aprile 1840 a Cuneo, in Piemonte, si formò artisticamente a Genova sotto la guida di Santo Varni, un maestro che influenzò profondamente il suo percorso artistico. La sua carriera prese una svolta decisiva quando, grazie alla realizzazione di una statua raffigurante Caino, ottenne una pensione dall'Accademia Ligustica che gli permise di trasferirsi a Firenze. Durante il suo soggiorno fiorentino, Allegretti si dedicò alla realizzazione di opere significative, tra cui spicca il ritratto in marmo di Gino Capponi, datato intorno al 1860. Questo periodo fu per lui di grande fermento creativo e di consolidamento delle sue abilità scultoree, che lo portarono a ricevere riconoscimenti e a stabilire importanti contatti nel mondo dell'arte. Successivamente, Allegretti si trasferì a Roma, dove fu nominato professore aggiunto presso l'Istituto di Belle Arti. La capitale italiana divenne il palcoscenico delle sue opere più note, tra cui "Eva dopo il peccato", realizzata nel 1881 e oggi esposta nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Quest'opera, che rappresenta una donna sconvolta dalla presa di coscienza del proprio dramma, è considerata il suo capolavoro per la finezza del modellato e l'intensità espressiva. Allegretti si distinse anche nel genere del ritratto, come dimostra il Busto di Nicola Fabrizi, conservato presso la Camera dei Deputati a Roma, dove l'abilità dello scultore nel trattare il marmo emerge con particolare evidenza. La sua produzione artistica include anche il San Taddeo sulla facciata della chiesa di San Paolo Fuori le Mura e il Monumento al senatore Garelli a Mondovì. La sua opera "Margherita del Faust" fu particolarmente apprezzata all'Esposizione Universale di Parigi del 1889, dove venne acquistata. Questo successo internazionale testimonia la capacità di Allegretti di inserirsi nel contesto artistico europeo dell'epoca, caratterizzato da un forte naturalismo e da sensibilità romantiche. Dopo il periodo romano, Allegretti si dedicò all'insegnamento della scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara, di cui divenne anche direttore. Il suo stile, definito da alcuni critici come di "compassata e scolastica freddezza accademica", non gli impedì di essere riconosciuto come uno dei più raffinati interpreti della scultura accademica di fine secolo. Antonio Allegretti morì a Carrara il 26 ottobre 1918, lasciando un'eredità artistica significativa e un segno indelebile nella storia della scultura italiana. La sua vita e le sue opere sono state oggetto di studi e ricerche che hanno contribuito a delineare il profilo di un artista il cui lavoro si è distinto per tecnica e sensibilità espressive. La sua figura emerge come quella di un artista profondamente radicato nella tradizione accademica, ma capace di interpretare i temi classici con una sensibilità moderna. Le sue sculture, caratterizzate da un'accurata esecuzione e da un'attenta ricerca del dettaglio, riflettono la tensione tra l'adesione ai canoni dell'arte accademica e la ricerca di un'espressione personale e originale. Nonostante la sua morte abbia segnato la fine di un'epoca, l'opera di Antonio Allegretti continua a essere apprezzata e studiata per la sua capacità di coniugare la maestria tecnica con una profonda introspezione psicologica dei soggetti ritratti. Le sue sculture rimangono testimonianze di un periodo storico di grande vitalità artistica e di un artista che ha saputo lasciare un'impronta significativa nel panorama della scultura italiana.