La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Aldo Andreani ( Mantova 1887 - Milano 1971 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Aldo Andreani, nato a Mantova il 1º agosto 1887 e deceduto a Milano il 18 ottobre 1971, è stato un architetto e scultore italiano la cui opera ha lasciato un'impronta significativa nel panorama artistico e architettonico del Novecento. La sua formazione inizia a Mantova, dove segue le orme del padre, ingegnere capo del Comune, e si protrae fino al conseguimento della maturità classica al Liceo Virgilio. La sua carriera prende avvio nella città natale, dove collabora con il padre in alcune delle sue prime opere. Andreani si trasferisce poi a Milano, dove nel 1906 si iscrive a quello che diventerà il futuro Politecnico, e a Roma, dove nel 1910 sovraintende la costruzione del Padiglione Lombardo all'Esposizione Universale. La sua formazione si completa con il diploma di Professore di Disegno architettonico conseguito all'Accademia di Belle Arti di Roma. Durante la Prima guerra mondiale, la sua attività subisce uno stop, ma riprende con vigore nel dopoguerra. Il debutto di Andreani è precoce e si distingue per la realizzazione della Camera di Commercio di Mantova tra il 1911 e il 1914, un'opera che segna la sua città natale con un nuovo simbolo novecentesco. Questo edificio, inserito nell'elenco dei Monumenti Nazionali, è emblematico del suo stile eclettico e della sua capacità di reinterpretare il linguaggio architettonico tradizionale in chiave moderna. Negli anni Venti, Andreani si trasferisce a Milano e prosegue la sua carriera con una serie di costruzioni significative, come il palazzo Serbelloni, villa Rasini, l'Esedra, casa Zanoletti e l'eclettico palazzo Fidia. Queste opere sono parte di un piano di edificazione dell'area a giardino Sola Busca e mostrano la sua abilità nel modellare lo spazio e la materia, recuperando la plasticità tellurica e sensuale della lezione manierista e barocca. La sua attività di scultore prende forma principalmente negli anni Trenta, periodo in cui realizza una vasta gamma di ritratti, opere religiose, allegorie e celebrazioni del regime fascista, che servono come decorazione architettonica. Andreani frequenta il corso speciale di scultura di Adolfo Wildt all'Accademia di Brera tra il 1926 e il 1928, sviluppando un nuovo interesse per la solidità dei volumi e la semplificazione delle forme. Nel 1931, tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Pesaro di Milano e partecipa alla Biennale di Venezia nel 1934 e all'Esposizione Internazionale di Parigi nel 1937, dove riceve una medaglia d'argento per una serie di altorilievi decorativi per il vestibolo del Padiglione Italiano. Durante la seconda guerra mondiale, Andreani è delegato della Soprintendenza ai Monumenti di Verona, Mantova e Cremona e si dedica principalmente a restauri monumentali nella sua città natale, come il Palazzo del Podestà, Palazzo della Ragione e Torre dell'Orologio, seguiti dal restauro del convento di San Francesco e lo studio per la trasformazione di Porta Julia di Giulio Romano in chiesa di Cittadella. Nonostante il declino della sua fortuna professionale negli anni Trenta, Andreani continua a perseguire una rotta ostinatamente autonoma, anche quando sembra avvicinarsi al vocabolario razionalista, lo fa secondo una provocatoria aberrazione, confrontandosi con l'impossibilità di incarnare la sua personalità nella pratica della professione. La sua opera è documentata da circa milleduecento disegni che ricostruiscono la sua attività professionale, non solo in architettura ma anche nel restauro monumentale e nella sistemazione e trasformazione urbanistica della città. Il fondo Andreani è stato ceduto in comodato d'uso nel 2013 all'Archivio Progetti dell'Università Iuav di Venezia, dove è consultabile. Aldo Andreani muore a Milano il 18 ottobre 1971, lasciando un'eredità artistica e architettonica di grande valore, testimone di un percorso professionale che ha attraversato diverse fasi storiche e stilistiche, mantenendo sempre una forte identità personale e una visione artistica unica.