La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Angelo Barabino ( Tortona 1883 - 1950 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Angelo Barabino nacque a Tortona, una piccola città nella regione del Piemonte in Italia, il 1° gennaio 1883, in una famiglia di origini genovesi. Fin da giovane, mostrò un notevole talento per il disegno, il che lo portò a trasferirsi a Milano per studiare all'Accademia di Brera all'inizio del XX secolo. Durante i suoi anni formativi, ebbe come insegnanti Giuseppe Mentessi e Camillo Rapetti, ma fu l'incontro con il pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo a segnare profondamente il suo percorso artistico. Barabino divenne allievo di Pellizza da Volpedo, lavorando nel suo studio fino alla morte del maestro nel 1907. Questo periodo fu cruciale per lo sviluppo del suo stile pittorico: Barabino adottò il divisionismo, una tecnica che consiste nel separare i colori in punti o strisce distinti, che si mescolano nell'occhio dell'osservatore per formare l'immagine finale. Questo approccio era in linea con le tendenze artistiche dell'epoca, che cercavano di catturare la luce e il colore in modi nuovi e più vividi. Il suo debutto artistico avvenne nel 1903 alla Promotrice di Torino con l'opera "Paesaggio". Nel 1906, Barabino inviò alla Promotrice di Firenze un autoritratto, ora perduto. La sua opera "Rapina", esposta alla Biennale di Brera nel 1910, attirò l'attenzione di Vittore Grubicy de Dragon, un influente promotore dell'arte divisionista, che lo invitò a partecipare a mostre internazionali. Durante la Prima guerra mondiale, Barabino servì al fronte e, a causa delle difficoltà e delle malattie subite, la sua produzione artistica subì un'interruzione. Tuttavia, dopo la guerra, trascorse due anni a Venezia, dove frequentò il pittore Armando Spadini e iniziò a esplorare nuove direzioni artistiche. Con l'avvento del fascismo, Barabino, che era socialista, scelse di ritirarsi dalla vita pubblica e si stabilì a Tortona nel 1922. Continuò a dipingere, principalmente paesaggi, mantenendo uno stile divisionista. Nel 1929, su invito di amici italiani, viaggiò in Venezuela, dove espose numerose opere che furono vendute in totale. Durante il suo soggiorno, ricevette anche incarichi ufficiali, come quello di eseguire il ritratto del presidente venezuelano Juan Vicente Gómez. Rientrato in Italia, Barabino continuò a lavorare come pittore, ma si tenne lontano da qualsiasi invito ufficiale, in segno di opposizione al regime fascista. Nonostante la sua scelta di una vita appartata, la sua arte continuò a essere apprezzata e le sue opere furono esposte in varie mostre personali. Angelo Barabino morì a Milano il 5 novembre 1950, lasciando un'eredità artistica significativa. Le sue opere sono caratterizzate da un uso emotivo del colore e da una tecnica divisionista che, sebbene influenzata dal suo maestro Pellizza da Volpedo, mostra una sensibilità personale e unica. Barabino è ricordato come uno dei pittori divisionisti più importanti d'Italia, e le sue opere sono conservate in collezioni private e musei, continuando a testimoniare la sua ricerca artistica e la sua sensibilità verso la luce e il colore.