La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Angiolo Barbetti ( Siena 1803 - Firenze 1873 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Angiolo Barbetti fu uno scultore e intagliatore italiano, nato a Siena nel 1805 e deceduto a Firenze nel 1873. Figlio di Massimiliano Barbetti, anch'egli intagliatore, Angiolo ereditò dal padre non solo il mestiere ma anche la passione per l'arte dell'intaglio in legno, che avrebbe portato a nuovi livelli di eccellenza. La sua formazione iniziò nella bottega paterna, dove apprese le tecniche tradizionali dell'intaglio senese, che avrebbe poi saputo rinnovare e adattare ai gusti del suo tempo. Nel 1841, Angiolo decise di trasferirsi a Firenze, città che all'epoca era un importante centro culturale e artistico. Qui fondò una scuola d'intaglio che divenne presto rinomata, attirando numerosi allievi, tra cui i suoi stessi figli: Egisto, Ottavio, Raffaello e Rinaldo. Quest'ultimo, in particolare, si distinse per il suo talento, diventando un artista di spicco nella propria dirittura. La famiglia Barbetti, sotto la guida di Angiolo, contribuì significativamente alla rinascita della tecnica dell'intaglio in legno, non solo a Siena ma anche a Firenze. Le loro opere, sebbene non fossero sempre caratterizzate da un'originalità spiccata, a causa del gusto eclettico e del costume dell'epoca, erano comunque di altissima qualità tecnica e artistica. Angiolo e i suoi figli furono capaci di creare una vera e propria "scuola" di intagliatori, alcuni dei quali portarono il loro virtuosismo anche all'estero. Tra le opere più importanti eseguite da Angiolo a Siena, si ricordano il davanzale della chiesa della Contrada della Tartuca, una caminiera per la famiglia Saracini e una grande specchiera di noce che venne acquistata dal Governo inglese per il Kensington Museum. La sua fama crebbe ulteriormente quando, nel 1851, partecipò all'Esposizione Universale di Londra, dove ottenne la grande medaglia. Il successo di Angiolo Barbetti non si limitò all'Italia. Le sue opere furono richieste e apprezzate anche da clienti stranieri illustri, come il principe Demidov, per il quale realizzò tutto il lavoro di legname per la cappella ortodossa della villa di San Donato. In questa commissione, Angiolo si occupò della maggior parte dell'opera, lasciando al figlio Egisto la parte costruttiva e agli altri figli gli ornamenti e la porta. Rinaldo Barbetti, il figlio più geniale di Angiolo, nacque a Siena nel 1830 e morì a Firenze nel 1904. Inizialmente si dedicò all'oreficeria, ma in seguito entrò nell'attività di famiglia, dove si distinse per l'eleganza formale e la precisione tecnica delle sue sculture in legno. Rinaldo fu anche un apprezzato disegnatore, come dimostrano i biglietti da cento e cinquecento lire del Regno d'Italia, da lui progettati. Le opere dei Barbetti, pur risentendo dell'influenza della cultura accademica e dell'estetica fra neo-classica e neo-rinascimentale, contribuirono a una vera e propria restaurazione della tecnica dell'intaglio. Tuttavia, raramente trovarono la giusta proporzione fra tecnica e stile, il che talvolta portava la loro eccezionale bravura a trasmodare in virtuosismo. Angiolo Barbetti lasciò un'eredità duratura nel campo dell'intaglio in legno, non solo attraverso le sue opere ma anche tramite la scuola che fondò e gli allievi che formò. La sua vita e il suo lavoro rappresentano un capitolo importante nella storia dell'arte italiana dell'Ottocento, un periodo in cui l'artigianato e l'arte si intrecciavano strettamente, contribuendo a definire l'identità culturale del paese.