La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Giovanni Bendazzoli ( Thiene 1749 - 1812 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Giovanni Battista Bendazzoli fu uno scultore italiano di rilievo nell'ambiente artistico vicentino della seconda metà del Settecento. Nato a Verona nel 1739, Bendazzoli era figlio di Giangiacomo e Maddalena Olivieri. La sua formazione artistica iniziò nella città natale sotto la guida del cognato, lo scultore Lorenzo Muttoni, che aveva sposato sua sorella Caterina. Questo periodo di apprendistato fu fondamentale per lo sviluppo delle sue prime competenze artistiche. Verso il 1760, Bendazzoli si trasferì a Venezia, entrando nella bottega di Giuseppe Bernardi, noto come il Torretto. Qui rimase fino alla morte del maestro nel 1773. Durante questo periodo veneziano, Bendazzoli ebbe l'opportunità di sviluppare ulteriormente il suo stile, influenzato dal tardo barocco e dalle prime manifestazioni del rococò veneziano. Fu anche in questo contesto che strinse amicizia con Antonio Canova, anch'egli discepolo di Bernardi, e che avrebbe avuto un ruolo significativo nella sua evoluzione stilistica. Dopo la morte del Torretto, Bendazzoli si trasferì a Vicenza, dove aprì una bottega e si sposò con Elisabetta Ginni. La coppia ebbe quattro figlie e un figlio. Fu a Vicenza che Bendazzoli iniziò a farsi un nome come scultore, realizzando opere che lo avrebbero reso il principale artista del suo tempo nell'ambiente vicentino. Tra le sue opere più note di questo periodo ci sono le statuine di nani per villa Valmarana e la decorazione della facciata della chiesa di San Faustino a Vicenza. Nel 1792, la visita di Canova a Vicenza segnò un punto di svolta nella carriera di Bendazzoli. L'incontro con il maestro del neoclassicismo influenzò profondamente il suo stile, che si adeguò al gusto neoclassico. Questo cambiamento si rifletté nelle sue opere successive, che mostrarono un allontanamento dall'accademismo e un'adesione alle nuove influenze neoclassiche, pur mantenendo elementi tardo-barocchi e rococò. Le opere di Bendazzoli sono caratterizzate da una scioltezza del modellato e da una vivacità che le rendono immediatamente riconoscibili. Tra le sue sculture più significative si possono citare il busto di Ottone Calderari e le figure femminili allegoriche in legno di cirmolo per villa Guiccioli a Monte Berico, oltre alle statue sul timpano di palazzo Chilesotti a Thiene. Altre opere importanti includono le statue di Mosè ed Aronne nella parrocchiale di Arsiero e le figure di un Santo vescovo e di una Santa monaca sull'altar maggiore di San Giovanni a Bassano del Grappa. La carriera di Bendazzoli può essere divisa in due periodi principali: il primo, fino al 1780, in cui seguì lo stile tradizionale e ammanierato dei suoi colleghi contemporanei; il secondo, dopo l'incontro con Canova, in cui si ispirò all'arte degli antichi e inserì elementi neoclassici nelle sue opere. Durante una trasferta di lavoro a Thiene, nel maggio 1812, Bendazzoli si ammalò di una forte febbre e morì il 14 giugno dello stesso anno. La sua morte segnò la fine di un'epoca per la scultura vicentina. Nonostante la sua morte, l'eredità artistica di Bendazzoli continuò attraverso il suo unico discepolo noto, Pietro Muttoni, figlio del cognato Lorenzo. Gli storici e i critici dell'arte hanno spesso rivalutato l'opera di Bendazzoli, passando da giudizi iniziali di mediocrità a una più tarda apprezzamento per la sua abilità e originalità. Nonostante non esista ancora uno studio esauriente e completo sulla sua vita e sulle sue opere, la breve ma informata biografia di B. Bressan rimane un punto di riferimento fondamentale per la conoscenza di questo artista. Le opere di Bendazzoli sono oggi conservate in varie località, tra cui musei e collezioni private, e continuano a essere oggetto di studio e ammirazione. La sua capacità di fondere insieme stili diversi e di creare sculture di grande espressività lo rende una figura di spicco nella storia dell'arte italiana del suo tempo.