La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Pietro Bernasconi ( Morbio 1826 - Vacallo 1912 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Pietro Bernasconi è un nome che si ripete con frequenza nella storia dell'arte europea, in particolare nell'ambito della scultura e dell'architettura. La famiglia Bernasconi, originaria del Ticino in Svizzera, ha prodotto numerosi artisti e artigiani che hanno lasciato il segno in diversi paesi, tra cui Italia, Spagna, Germania e Russia. La regione di Lugano, da cui provenivano, è stata una culla di talenti in questi campi, spesso in stretta relazione con i Bernasconi, come i Vassalli di Riva San Vitale e Giovanni Pietro Magni di Bruzella. Tra i membri più noti della famiglia Bernasconi, troviamo diverse personalità che condividono il nome Pietro, ognuna con le proprie specifiche contribuzioni e periodi di attività. È importante notare che, a causa della ricorrenza del nome e della professione all'interno della famiglia, le informazioni possono riguardare più individui con lo stesso nome. Uno dei Pietro Bernasconi noti è stato attivo nel XVIII secolo, nato nel 1733 a Castel San Pietro e deceduto nel 1811. Questo scultore si recò a San Pietroburgo nel 1781 insieme ad altri artisti ticinesi e lavorò in importanti progetti sotto la guida dell'architetto Giacomo Quarenghi. Tra i suoi lavori, si annoverano contributi nelle residenze estive di Peterhof e nel Palazzo di Caterina a Zarskoje Selo, attuale Pushkin. Un discendente di questo Pietro Bernasconi acquistò in seguito Villa Buenos Aires a Castel San Pietro, costruita da Luigi Fontana. Un altro Pietro Bernasconi, nato nel 1826 e deceduto nel 1912 a Castel San Pietro, fu anch'egli scultore. Questo artista ha avuto una carriera prolifica, con opere che hanno trovato posto in diverse collezioni e che sono state oggetto di aste d'arte. La sua formazione artistica si svolse in Italia, e successivamente si trasferì a San Pietroburgo, dove lavorò nel Palazzo d'Inverno degli Zar, oggi Museo dell'Ermitage. Durante il rifacimento del palazzo, dopo un incendio, contribuì alla decorazione con uno stile più rigoroso e classico, in linea con il cambiamento del gusto dell'epoca. La famiglia Bernasconi ha avuto anche un Pietro Bernasconi attivo come organaro, ovvero costruttore di organi, nel XIX secolo. Questo Pietro Bernasconi, nato nel 1834 e morto nel 1895, fu un erede della tradizione organaria dei Biroldi e si distinse per la sua produzione artistica che non può essere compresa fuori dagli schemi di questa tradizione. Egli fu parte di un gruppo di quattro fratelli, tutti operanti in ditte autonome e in concorrenza tra loro. La sua opera si caratterizzava per un equilibrio sonoro che sapeva coniugare la tradizione varesina con il romanticismo dell'epoca. Le opere di Pietro Bernasconi, come scultore, sono state apprezzate per la loro qualità artistica e tecnica. Nel corso della sua carriera, ha esposto diverse opere in marmo, tra cui "La vedova del bersagliere" nel 1857, "Olimpia abbandonata" nel 1858 e la figuretta "Giotto" nel 1859. Queste opere dimostrano la sua abilità nel catturare l'emozione e la delicatezza umana attraverso il marmo, un materiale che richiede grande maestria e precisione. La storia della famiglia Bernasconi è un esempio di come il talento e la passione per l'arte possano essere tramandati di generazione in generazione, influenzando l'arte e l'architettura in diverse parti del mondo. La loro eredità continua a vivere attraverso le opere che hanno lasciato e attraverso le storie e i documenti che raccontano del loro contributo all'arte europea.