La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Antonio Berti ( San Pietro a Sieve 1904 - Sesto Fiorentino 1990 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Antonio Berti, nato il 24 agosto 1904 a San Piero a Sieve, in Italia, è stato uno scultore e medaglista di rilevanza nazionale e internazionale. La sua vita e la sua arte si sono intrecciate con la storia del XX secolo, attraversando periodi di grandi cambiamenti sociali e politici. Cresciuto in una famiglia di agricoltori e pastori, Berti mostrò fin da giovane un interesse per l'arte. A soli diciassette anni trovò lavoro presso la Richard-Ginori, una nota manifattura di ceramiche, dove poté coltivare la sua passione per la scultura. La sua formazione artistica prese avvio all'Istituto d'Arte di Santa Croce a Firenze, dove il suo talento iniziò a fiorire. La carriera di Berti decollò quando, nel 1930, presentò le sue opere alla Biennale di Venezia, evento che segnò l'inizio di una serie di esposizioni in molte altre sedi e città. Questo debutto mise in luce le sue straordinarie qualità di scultore e le sue pregiate doti di ritrattista. La realizzazione del monumento a Ugo Foscolo, situato nella basilica di Santa Croce a Firenze, attirò l'attenzione della critica sull'artista e fu seguita dalla creazione di busti di vari membri della famiglia reale italiana, tra cui Vittorio Emanuele III e Maria Josè, e di grandi monumenti dedicati a personaggi famosi. Tra le sue opere più note, vi è il monumento a Padre Pio, il cui bozzetto fu presentato al Santo Padre, e il monumento a Alcide De Gasperi a Trento. Berti realizzò anche il monumento di Santa Luisa di Marillac in San Pietro e la statua bronzea di don Giulio Facibeni a Firenze. Inoltre, creò la statua di Benedetta Bianchi Porro a Dovadola e, nel 1974, la statua in bronzo di Guglielmo Marconi nel parco di Villa Griffone a Sasso Marconi. Berti fu anche responsabile del monumento alla Regina Elena, eretto a Messina, in memoria dell'opera di soccorso della Sovrana durante il terremoto che colpì la città. Nel maggio 2014, in occasione del bicentenario dell'Arma dei Carabinieri, fu collocata a Roma, nel giardino di S. Andrea al Quirinale, una rifusione del gruppo di Berti intitolato "Pattuglia di Carabinieri nella tormenta", originariamente creato nel 1973. Oltre alla scultura, Berti si dedicò anche alla medaglistica, creando medaglie commemorative e opere di piccole dimensioni. Insegnò presso l'Accademia di San Luca e l'Accademia di Belle Arti di Firenze, trasmettendo la sua conoscenza e passione per l'arte alle nuove generazioni di artisti. La sua autorità critica e il suo gusto estetico influenzarono anche il giovane Rodolfo Siviero, lasciando su di lui un'impronta indelebile. Berti ebbe una profonda amicizia con Giacomo Manzù, un altro scultore di grande fama, con il quale condivise un rapporto longevo e profondo, consolidatosi negli anni Settanta. Antonio Berti morì nel 1990 a Sesto Fiorentino, lasciando un'eredità artistica di grande valore. Le sue opere sono esposte in musei e collezioni pubbliche e private, e continuano a essere apprezzate per la loro qualità e per l'importante contributo alla scultura italiana del XX secolo.